Non si scherza coi santi

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2013 - edizione 12

La chiesa era deserta e buia, illuminata solo dalle candele votive accese dai fedeli. Insolita dimenticanza la porta principale aperta, provvidenziale per un senzatetto in cerca di un riparo in quella notte di vento e neve. E oltre al riparo c'erano le cassette delle offerte e gli oggetti d'oro che adornavano le statue. Era un Cristiano devoto ma per una volta avrebbe messo al bando gli scrupoli.
Così in breve tempo San Pietro era stato defraudato delle sue chiavi e l'aureola della Vergine non brillava più sopra la sua testa... la mattina sarebbe bastato svignarsela all'alba e nessuno lo avrebbe visto.
Santa Lucia torreggiava in una nicchia nascosta nell'oscurità: una mano puntava il dito indice verso il cielo, ma lo sguardo del ladro si posò sul meraviglioso rosario d'oro che teneva al collo.
Una breve e facile arrampicata lo portò faccia a faccia con la Santa: gli sarebbe bastato allungare la mano e anche quel cimelio prezioso sarebbe stato suo. Ne avrebbe ricavato un bel po' di soldi.

La mattina seguente il parroco giunse di buon'ora come era sua abitudine: amava restare un po' in solitudine per pregare con maggior pace interiore. Quella mattina, tuttavia, lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi cancellò in un istante ogni suo proposito spirituale.
Le statue derubate dei loro ori piangevano lacrime di sangue, ma fu Santa Lucia a farlo trasalire: portava ancora al collo il suo rosario ma non indicava più il cielo, stringeva con forza una mano cianotica, amputata appena oltre il polso. Anche dai suoi occhi erano sgorgate lacrime di uno spaventoso color rosso, lo stesso che ormai non colava più dalla mano tagliata.
Ai piedi della statua, anch'essa sporca di sangue, la sega del martirio di San Simone Apostolo, ben lontana dalla statua che lo raffigurava.

Massimo Landoni