La promessa

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2012 - edizione 11

Il sole aveva cambiato luce e le prime foglie cadevano pigre. Il lago a fare da sfondo e l’autunno a colorare la natura. Avevo pensato a ogni cosa, sarebbe stato tutto perfetto: io e la mia Emma insieme, per non lasciarci mai più. Avrei tenuto fede al mio piccolo segreto, la promessa fatta da bambino: impossibile dimenticare.
Era un giorno come tanti altri quando delle voci mi attirarono verso il fiume. I miei genitori, come sempre, erano troppo distratti a litigare per accorgersi di me. Li odiavo per questo, li odiavo per avermi messo al mondo, per avermi fatto conoscere così presto la tristezza. Sentii della risa, poi, l’ilarità divenne eco lontano, fino a spegnersi, soffocata da un pianto. Era una giovane donna accovacciata ai piedi di un salice, in un terreno limaccioso. Teneva il volto nascosto tra le mani e lacrime le cadevano sui piedi. Mi scoprì a guardarla. Aveva il volto pallido come quello di una bambola e occhi bagnati scuri come il buio.

Asciugò l’ultima lacrima e si alzò. Aveva capelli tanto lunghi da toccare terra. Si avvicinò e mi cinse il viso, un brivido percorse il corpo: Tornerò nelle tue orme, per riavere il mio passato. Non capii, ma lei non disse null’altro, gli occhi fissi nei miei. Mi scavarono, mi svuotarono, lasciandomi un unico desiderio: renderla felice.
Col tempo compresi: la mia vita per la sua, la mia promessa.
Oggi, le darò quello che chi l’ha uccisa le ha negato troppo presto, la vita. Ma io non resterò solo, porterò la mia amata Emma con me e il nostro amore sarà per sempre.
Eccola che arriva, nel suo sorriso migliore. La bacio mentre la lama affonda in profondità, straziandole la carne. Sento il sapore del sangue, non sarò solo. Mai.

Simolimo

Ciao, mi chiamo Simolimo e bevo. Ah, no! Ho sbagliato sede! Riparto. Ciao, mi chiamo Simolimo e... da quando ho la fortuna di avere questo nomignolo sono troppi gli "stroppi" sentiti: simolimA, sUmolimo, simoImo, simoliNo, sEmoliNo, simosTimo, simoRimo, simolAmo, simolimE, simolOmo... Cosa scusate? Qual è il mio nome? Mica ve lo dico! Nata... in ospedale ;-) nei primi anni ottanta, sono varesotta doc (non varesina, mi raccomando!) e la mia passione è la vita. Non mi piace raccontarmi, ma dietro me ho una scia di parole da combinare all’infinito. Ho una frase che custodisco come un tesoro: non c’è, ma c’è. Per tutto “il resto”, non aspettatevi nulla: sono al verde, tra prati erbosi e boschi profumati.