Mattia scende le scale. Non ha bisogno di udire i tuoni per sapere che fuori 
    ancora piove: gli basta l’odore di muffa che trasuda dalle pareti in 
    penombra e dalle bolle di vernice scrostata, risvegliato dall’umidità che 
    s’infiltra tra le crepe del vecchio condominio.
    “Ralph?”
    Tende l’orecchio ma non c’è nessuna risposta all’eco della sua voce che 
    scivola in basso, fino alla sala caldaia. È nervoso, perché quello è il 
    territorio del Vizzo. I ragazzi sfottono il custode e lo chiamano così per 
    quella faccia che sembra masticata, per le labbra pendule e gli occhi 
    gialli, per le braccia innaturalmente lunghe. Però Mattia del Vizzo ha 
    paura. Una volta l’ha spiato mentre con la scopa toglieva le ragnatele e 
    l’ha visto afferrare un Geco dal muro. Poi, il rumore di un masticare forte, 
    bagnato. Il Vizzo è un mostro, ne è certo, e lui è l’unico ad averlo capito.
    La stanza sembra vuota, a parte la caldaia e un mucchio di casse impilate 
    malamente che quasi arrivano al soffitto: Ralph non c’é. Fa per tornare ma 
    sente dei passi sulle scale. D’impulso si arrampica sulle casse, per 
    nascondersi.
    Una figura appare nel vano di luce del corridoio.
  “Ragazzo? Cosa fai lassù?”
  È il Vizzo, e l’ha trovato.
  “Hai perso tu questo cane?”
  Tra le braccia il Vizzo tiene delicatamente Ralph. Il cane riconosce il 
  padrone e salta giù, euforico. Mattia lo vede arrampicarsi sulle casse, 
  sente il suo appoggio vacillare e, per un lungo istante, cade.
  “Ragazzo? Stai bene?”
  Il Vizzo si avvicina. Mattia ha gli occhi sbarrati e il cranio aperto.
  “E’ terribile”, mormora. “Se ti trovano, daranno la colpa a me...”
  Ralph guaisce. Il Vizzo lo accarezza, gli stringe le mani intorno al muso e 
  gli spezza il collo. Scuote la testa, afflitto, e inizia a mangiare.
Michele Baldassarri è nato nel 1975. Dall’istante indefinito a partire dal quale la sua memoria è riuscita a tracciare un filo con il presente ha vissuto schiavo dell’amore per le storie: quelle inventate, quelle vere ed anche la sua. Laureato in Ingegneria Elettronica lavora per una multinazionale dell’acciaio e si dedica alle sue passioni: la scrittura e la musica. La fusione delle due passioni l’ha portato a scrivere canzoni, sia a livello di testo che di musica, e ad eseguirle in pubblico. Per quanto lo riguarda, sempre di raccontare storie si tratta.