Vittime dello stesso carnefice

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2011 - edizione 10

Don-don-don. Le tre di notte. Maggie aprì gli occhi, era l’ora: Manina andava a trovare Maggie ogni notte, alla stessa ora, da due anni. Prima il cigolio dell’anta del vecchio armadio in legno, poi il ticchettare delle dita sul pavimento: tic tac tic tac tic tic tac.
Le lenzuola tiravano un po’ verso i piedi del letto quando la piccola mano monca cercava di salirvi e vi si appendeva, strisciava poi sopra i piedi di Maggie e come una lumaca lasciava una lunga scia viscida di plasma e sangue che Maggie ogni mattina doveva ripulire, prima che la mamma entrasse in camera.
Manina risaliva sempre strisciando piano il corpo di Maggie, scendeva lungo una spalla e la giovane sentiva la pressione discreta delle dita, fredde e molli. Il tempo di un buffetto sulla guancia di Maggie e queste abbandonavano poi il cuscino, tendevano un poco ancora il lenzuolo nella discesa e ticchettando sul pavimento se ne andavano.

Con il passare del tempo Manina si faceva sempre più forte, e sempre inferiore era il tempo che l’esserino putrido impiegava per completare la sua visita notturna. Quella sera Manina stava invece immobile lì sul cuscino.
Il moncherino aveva solo quattro dita, Maggie non sapeva che il mignolo l’aveva amputato il macellaio che due anni prima aveva fatto a pezzi l’uomo a cui l’arto era appartenuto: resti che prima di essere bruciati vennero nascosti dal carnefice in un vecchio armadio, finito dopo poco tempo nella camera della figlia.
Manina quella notte salì un ultima volta sul collo di Maggie, esitò a lungo, poi la sete di vendetta prevalse sulla compassione e strinse con tutte le sue forze, fino a toglierle la vita.

Sara De Coppi

Nella vita mi occupo di tutt'altro: dopo il liceo linguistico e la laurea in Economia Internazionale ho cominciato a lavorare per una grande azienda in cui svolgo analisi di dati e sviluppo delle previsioni di vendita dei beni prodotti. Si può dire che la scrittura conservi la parte più giocosa e creativa di me!