L'incubo dello scrittore

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2011 - edizione 10

Scrivere. Devo continuare a scrivere.
Non parlo di queste poche righe, ma della sua storia. È lui a volerlo e ormai non posso più fermarlo.
Ho la canna di una pistola premuta sulla nuca. Non riesco a vedere chi è a puntarmela ma non mi serve. L’odore del tabacco, la voce profonda, l’umorismo da quattro soldi.
È lui! È il protagonista del mio ultimo libro!
Non sono pazzo ve lo assicuro, quel maledetto ha scoperto che avevo deciso di interrompere la stesura della sua storia e, semplicemente, è uscito dalla mia testa.
“Non morirò!” Mi ha detto. “Continua a scrivere traditore!”
E io scrivo.
Sono tre giorni che sto davanti al computer senza potermi fermare.
Cazzo, non posso neanche andare al cesso.
Però posso ingannarlo.

Con la scusa di prendere appunti per la trama, sto scrivendo a penna queste poche righe, sembrano i deliri di un folle ma sono dannatamente serio, vi imploro di credermi. Non mi faccio illusioni, appena avrò smesso di servigli, appena avrò finito di raccontare la sua storia lui mi ucciderà.
E’ per questo che scrivo queste righe, sono un autore conosciuto e, quando troveranno il mio cadavere accanto al manoscritto appena concluso è certo che il mio editore pubblicherà tutto, leccandosi i baffi per la pubblicità gratuita che il mio cadavere gli darà.
Non fatelo!!! Non dovete assolutamente pubblicare questo libro maledetto. E per l’amor di Dio, non leggete mai le dannate parole che verranno stampate. Sento il suo potere crescere giorno dopo giorno, se il mio ultimo lavoro avrà successo diventerà inarrestabile.
Una vera e propria furia uscita dall’immaginazione di un uomo ormai agli sgoccioli.
Mi sta incitando a proseguire, non posso perdere altro tempo, spero che qualcuno legga le mie ultime parole.
Non sono pazzo.

Federico Pergolini