La maledizione dell'ultima luna

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

L'emicrania di Forkis era diventata insopportabile.
La terza spedizione era vera. Gli astronauti atterrati sul suolo lunare avevano una missione: annullare la maledizione.
Le credenze dei licantropi vacillarono dopo aver letto gli studi di Freud; la concezione dell’inconscio diviso in tre istanze aveva fatto nascere delle speranze. La metafora del “calderone” ribollente di aspetti antisociali chiamato Es, controllato da difese poste a barriera, Super Io, capaci di evitare al lato oscuro di uscire allo scoperto, li aveva resi consapevoli che quelle mura, nella loro testa, andavano a sgretolarsi nelle notti di luna piena portando le odiate trasformazioni e tutte le tragiche conseguenze. La decisione del branco fu unanime: bisognava collocare un ordigno nucleare sul satellite terrestre e onorare con un’ultima metamorfosi il funerale della luna piena.
Prima del tramonto i “lupi” erano sulla collina, i volti alzati ad attendere gli influssi lunari. Quando arrivarono, i licantropi vagarono liberi per la foresta mentre un timer scoccava la fine; poi i crateri rimasero solo nei sogni dei poeti.

I raggi illuminarono la vallata e non trovarono corpi nudi in posizioni fetali, come sempre accadeva dopo il cambiamento ma peli, zanne e fattezze che mai avevano riscaldato durante il giorno. I licantropi non erano ritornati alle loro normali sembianze, la morte della luna li aveva abbandonati in quelle carni dannate. L’olocausto da parte degli umani non si fece attendere.
Forkis non aveva votato e non aveva ululato all’ultima luna: era in coma. Quando rivide la luce, lo sterminio era compiuto. Rileggendo i diari dei membri comprese la causa dei suoi dolori alla testa. La luna era una benedizione, permetteva di eliminare le barriere del “calderone”, troppo piccolo per contenere i miasmi animaleschi, e di traboccare, svuotarsi.
Quando trovarono pezzi di cervello anche sul soffitto non capirono come la testa fosse scoppiata.

Rosangela Sammarco

Rosangela Sammarco, 28 anni. I miei attori preferiti sono: Lon Chaney Jr. e R. Bova. Lo so, non sono facilmente accostabili, ma sono "mostruosamente" forti!