Dolore

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Chi l’ha detto che i vampiri non provano dolore? Solo perché siamo morti, il nostro cervello non manda più impulsi e il nostro cuore non ha più battiti dovremmo essere anche senza emozioni o sentimenti? Seppur mancante di funzioni vitali, io cammino in mezzo agli altri come tutti voi quindi chi mai può dire che non provo niente?
Era appunto su questo che lei si sbagliava. Lo trovava fico, divertente, eccitante stare con un vampiro. Era una cosa nuova, una sfida per lei. Vivere la notte intensamente, spingersi al limite, come se niente importasse. Non era questo che volevo. Io la amavo. La amavo davvero.
Non potevamo solo stare insieme? Semplicemente insieme come due innamorati? Ma non era questo che lei desiderava. Lei non mi amava, voleva solo usarmi. Non avrebbe dovuto trattarmi così. Ma ormai non è più importante.

Il vampiro alzò lo sguardo e la vide, gli occhi opachi e senza vita fissavano il pavimento, lo squarcio sul collo era talmente profondo che ci si poteva chiedere come facesse la testa a rimanere ancora attaccata al resto del corpo. Il vestito poi era interamente impregnato di sangue e le si era incollato al corpo come una seconda pelle, mentre alcune gocce ancora rotolavano giù dalle sue braccia. La tua risata di scherno quando ti ho parlato dei miei veri sentimenti è stato l’ultimo suono che la tua gola ha emesso, prima che la rabbia mi accecasse. Sei stata un’incosciente a trattarmi così, le disse infine accarezzandole il volto, del resto eri pur sempre un’umana e io pur sempre un vampiro.

Elena Mian