Esorcismo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Eccone un altro, con la sua intaccabile fede e quelle inutili cianfrusaglie che si porta appresso. Come osano questi miseri esseri umani rivolgersi a chi ha visto eserciti ridotti in schiavitù nella valli infuocate di Acherusio, uomini scuoiati vivi ed eternamente dissanguati dai Ghoul, donne sodomizzate dalle nauseabonde divinità di Carcosa, e bambini dati in pasto a cani a tre teste. Io che ho percorso le infinite vallate bagnate del sangue dei peccatori con l’odore delle carni bruciate nelle narici, dovrei temere un vecchio negro decrepito che neanche riesce a stare in piedi, con quello sguardo penitente dipinto perennemente sul volto. No, questa notte l’anima di questa sporca meretrice sarà mia, guadagnerò come sempre la stima delle legioni superiori perché il mio operato è sempre stato impeccabile, mai e poi mai mi piegherò al volere di un uomo senza Dio. Ecco che inizia con la sua tiritera, con quello stupido libro tra le mani e quell’acqua definita santa che non procura altro danno se non delle ferite alla piccola ninfomane.

Quando mi va gli mostrerò qualche trucco di prestigio, il vecchio sembra non farci caso ma so, glielo leggo in faccia che ha paura, cerca conforto nelle parole ma nella testa ha solo una profonda confusione. Quando mi stancherò di giocare gli darò il colpo di grazia e la faremo finita, questa stupida creatura sarà mia e là, in profondità, tutti esulteranno.
C’è solo un particolare che non quadra, ho vinto tanti scontri con tanti cosiddetti esorcisti ma è la prima volta che uno di essi mi mostra questa cosa. Cosa ci può fare un prete con un fantoccio vestito tale e quale alla mia preda? E adesso perché le apre la pancia e ne tira fuori un’immagine che mi ritrae? E quella fiamma che si avvicina minacciosa alla stampa...

Sergio Di Girolamo