Quod me nutrit me destruit

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Il peso flaccido di una giornata che si snocciola. La pausa pranzo. Vita sociale sponsorizzata da vassoi e macchie sui tavoli. Mensa: odori e umanità, la testa in rivolta verso pietanze che uccidono.
Credo nel controllo, negli sforzi: uniche forze ordinatrici del caos. Non faccio colazione. Per pranzo una mela, ma Angela siede accanto a me. Insiste: mangia i gamberetti. Ne mangio uno. Ingurgito un cadavere. Un morto conduce alla morte.
La sete si impossessa di me: oggi ho bevuto solo 1 litro di acqua. Un peccato di gola, un caffé: 2 calorie.
Poso la tazzina, cerco ancora da bere. Brava, soddisfa il tuo corpo con i liquidi, depistalo con un falso senso di sazietà.
Corro in bagno. Devo vomitare. Il mio stomaco congiura contro di me. Ingordo, non rende il gamberetto.
I bicchieri si susseguono, la lingua vischiosa. Aggrappata al palato desertico. Gli occhi bruciano, la testa stretta in una morsa.
Esco. Mi aggiro per le strade con una inquietudine simile a una molesta febbre. La sete mi opprime. Acqua per questo corpo grasso, acqua nel mio mondo arido. Apro una bottiglietta mentre siedo su una panchina: osservo l’epidermide essiccata. Qualcuno mi guarda impaurito e si allontana.

Accarezzo la fronte, distinguo la metamorfosi. La mano pingue è trasformata: esamino il rilievo delle vene e il contorno delle dita scarne. Sottili e eleganti immagini diafane di vita.
Le gambe mostrano l’esiguo senso della loro forza, sento la protuberanza delle ossa del bacino e la valle sottile fino alle costole.
Ho raggiunto il mio obiettivo: una ragazza delicata, gracile, indifesa come una piuma.
Questo il mio ultimo pensiero. Il cuore smette di battere: il corpo sublime riposa sulla panchina. La testa reclinata: un gamberetto esce dalla bocca. Si alza sulle gambe posteriori, si guarda intorno, e rapido scivola verso l’ignoto.

Alessandra Zappi

Mi presento sono una giovane pseudo-scrittrice di 33 anni. L'età giusta per fare qualsiasi cosa. Nella vita mi dedico principalmente a altro, ma il piacere di scrivere brevi racconti rimane costantemente.