Per sempre

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Quella notte non riuscivo a dormire. I numeri rossi della radiosveglia al quarzo scandivano i miei lunghi minuti insonni. Le 3 e 08 del mattino, mi siedo sul letto ed accendo l’abat-jour sul comodino. La porta della camera da letto è spalancata, eppure la chiudo tutte le notti ne sono certo. Nel divisorio giorno-notte intravedo una tenue luce provenire dal salotto... Vivo nella mia casa, solo, ormai da dieci anni e la metodicità di ogni mio gesto ha quasi del maniacale, del paranoico. Ero sveglio, e quant’è vero Dio non potevo aver dimenticato due porte aperte ed una luce accesa, prima di coricarmi. Attraverso dunque il piccolo corridoio ed entro circospetto nel salotto.
Un grido di terrore. Non ho più dubbi, sono sveglio! Seduta sulla poltrona del salotto, di fronte il televisore acceso, c’è una donna nuda orribilmente sfigurata e raggrinzita. Riesco a guardarla solo per un istante, gridando come un forsennato balzo in cucina, apro un cassetto, prendo un grosso coltello e col cuore in gola torno tremante nel salotto.

“Ooohh... Cosa pensi di fare? Non puoi uccidere chi è già morto” – mi dice quell’orribile creatura con voce suadente ed occhi di pece, immobile sulla poltrona. “Cosa diavolo... chi sei!? Che vuoi? Ti prego non farmi del male...” – la supplico piangendo, inebetito. Ella si alza, si avvicina al televisore trascinando quel corpo scheletrico, piagato, avvizzito, e guardandomi un’ultima volta mi sussurra: “Non posso farti del male, come tu ne facesti a me, ma ti aspetterò. Quando sarà la tua ora, caro, mi occuperò di te per l’eternità”. Poi svanì attraverso lo schermo del televisore, che si spense subito dopo. Io caddi in ginocchio disperato.
Da allora non provo neanche più a dormire. Aspetto soltanto di ricongiungermi a lei... per sempre.