Oh, nanismo

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

La chiave fece un lievissimo scatto nel chiudere la porta del bagno.
I suoi genitori non se ne sarebbero certamente accorti, inebetiti dal vociare del televisore del salotto.
Con consumata abilità estrasse dal retro dello sciacquone la rivista patinata. Dalla copertina una bionda naturale ammiccava, delicatamente appoggiata su di un tizio che pareva gradire particolarmente la situazione.
Si accomodò in posizione consona all'operazione che, come quasi tutti giorni, si accingeva a svolgere.
-Che bella la gioventù- gli ripeteva spesso la nonna.
Un tubo!
Aveva delle fantasie sessuali enormi. E dei brufoli altrettanto enormi che gli ricoprivano il viso e che avrebbero disgustato anche la più volonterosa delle ragazze.
Avrebbe dovuto arrangiarsi.
Dicevano che si diventava ciechi.
Tutte balle.
Ci vedeva come un falco. Forse però il suo compagno di scuola Matteo, con quei fondi di bottiglia che si ritrovava, aveva esagerato.
Sfoglio il giornalino in cerca d'ispirazione, la trovò a pagina quarantotto.
“Giochi di mano” recitava il titolo. Appropriato.
La foto mostrava un enorme membro maschile avviluppato da una esangue mano di donna con le unghie acuminate laccate di rosso.
Intrigante.
Il rumore di passi gli fece alzare lo sguardo. La mamma stava andando in cucina. Poco male, ci sarebbe voluta un'ora prima che la cena fosse pronta. Avrebbe terminato le operazioni molto prima.
Riabbassò gli occhi sulla pagina ma qualcosa pareva cambiato in quella foto. Il pene svettava ora, tutto solo, abbandonato dalla stretta gentile. La mano femminile, spostata verso il bordo della pagina, aveva le unghie vermiglie in bella mostra e dirette verso di lui.
Improvvisamente la terza dimensione si materializzò su quel foglio lucido.
Cinque frecce rosse si lanciarono contro il suo viso.
Ne sentì entrare una in ogni iride.
Buio.

Lodovico Ferrari