Il senso del mostro

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

Puoi vedere il mostro?
Lo vuoi vedere? Rispondimi, sto parlando con te. Sì, proprio con te che stai leggendo “Il senso del mostro”, pensando che sia un racconto.
Lo so, ti ho fregato, ma era l’unico modo per farmi ascoltare.
Vieni. Ti faccio vedere il mostro.
Dovunque ti trovi adesso, e chiunque tu sia, fa’ come ti dico.
Cerca uno specchio. Ecco, bravo.
Spegni le luci.
Anzi no, lascia accesa una piccola torcia, o anche un lumino, così puoi leggere. Non chiedere, fa’ come ti dico.
Avvicina il tuo viso allo specchio. Copriti la faccia con le mani e chiudi gli occhi.
Pensa a quello che ti dico.
Pensa a quello che sei stato.
Sei stato un vampiro quando hai succhiato il sangue dei tuoi simili, per dissetare il tuo ego malato.

Sei stato la creatura di Frankenstein, quando hai preso vita dalle persone morte. Uomini, donne e bambini, che tu hai ucciso per dare un senso al tuo vivere.
Sei stato un lupo mannaro quando ti sei trasformato in una bestia folle, al solo bagliore lunare del dio denaro. Uno zombie quando eri morto e pensavi di essere vivo.
Sei stato un serpente.
Lo sei stato.
Quando hai strisciato, sordido e tronfio, tra i resti delle tue malefatte, scomparendo nelle viscere piene di altri vermi come te.
Adesso togliti le mani dal viso e accendi la luce.
Apri gli occhi.
E guarda il mostro.

Diego Di Dio