La finestra! (omaggio a H.P.L.)

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2010 - edizione 9

La finestra! La finestra!
Scrive nervosamente le ultime parole sul foglio sgualcito, poi si alza di scatto, scagliando la sedia contro la parete. Dietro la porta qualcosa si muove. Può sentire il suo corpo viscido strisciare contro il legno, che comincia a ingrossarsi. Una bava rossastra filtra dalle fenditure tra i cardini arrugginiti.
È il momento di farla finita.
Si avvicina alla finestra e si lancia nel vuoto della notte. Poi il buio.
Si ritrova incatenato a una parete, immerso nell’oscurità totale. Fredde gocce piovono da un soffitto immaginario, picchiettando sulla fronte in un tic-tac che scandisce la sua agonia. Ha freddo. Lo sguardo non riesce a filtrare nella tenebra che lo imprigiona in quel luogo senza confini. Sono morto, pensa.
Il suo corpo viene percorso a intervalli regolari da minuscole punture che scavano nella carne. Le urla che scaturiscono dal profondo della sua anima non producono alcun suono. Sente le mascelle scoppiargli, nel tentativo di riuscire a incidere qualcosa in quella totale assenza. Gli occhi bruciano nel buio che trafigge la sua visione di nulla.

Le catene lo stringono alla parete, dove qualcosa si muove. Il suo corpo è percorso da minuscoli ragni metallici che scavano nella carne, provocandogli un dolore lancinante. Qualcosa di viscido lo avvolge, come una mantello di spilli cucito sulle sue ossa. Si contorce tra le catene che non producono lo stridore che dovrebbero, prorompendo in un altro urlo che non riesce a sentire. Poi la sua pelle si sfila, lentamente, come fosse un guanto, inghiottita dall’essere che lo sta divorando. Perde i sensi, scorgendo in lontananza una luce che rischiara la tenebra, mostrando uno specchio oscuro che riflette la sua immagine mostruosa.
«Dagon», sospira rendendosi conto del mostro in cui si sta trasformando.

Giovanni D. Montevergini

Giovanni Montevergini, classe 1980, appassionato di scrittura e narrativa di genere, vive e lavora in Sicilia. Per sua scelta, non ha mai pubblicato i suoi scritti.