Coltelli da lancio

I coltelli da lancio sono sistemati sul tavolino di legno e brillano sotto i riflettori. Il lanciatore è seduto su uno sgabello. Ha le mani unite come in preghiera e la testa china. Cerca la concentrazione per il suo numero. La ragazza in costume da bagno è appoggiata al grande pannello colorato a qualche metro da lui. Il suo sguardo rimbalza inquieto dai coltelli al lanciatore. Giocherella con le mani nervosamente e non sorride. Un pubblico numeroso osserva la scena senza aprire bocca. Tutti aspettano il momento tanto atteso del lancio. La tensione in sala è palpabile come una nebbia fitta. Nessuno dei presenti si azzarda ad aprire bocca per incitare il lanciatore. Nessuno batte le mani. Nessuno si schiarisce la voce. Il silenzio riempie la sala.
Il lanciatore si alza ed espira. Il rumore del suo fiato è percepito da tutti. La donna deglutisce e capisce che è giunto il momento. L'uomo si avvicina al tavolo su cui giacciono i coltelli, ne solleva uno e lo mostra al pubblico. La lama scintillante riflette lampi di luce sulle pareti buie del teatro. La ragazza si mette sull’attenti, seguendo le istruzioni ricevute in precedenza. Chiude gli occhi. Tutti nel teatro vedono che sta tremando. Da qualche parte dietro le quinte si sente rullare un tamburo. La tensione aumenta. La ragazza chiude gli occhi come se le palpebre serrate potessero proteggerla. L'uomo fa due passi indietro e si volta verso il bersaglio. Respira e solleva la mano armata. I tamburi aumentano di intensità. Un gesto veloce e il coltello non è più nella mano dell'uomo, ma è conficcato nella gola della ragazza. Il pubblico si lascia scappare un’esclamazione di stupore. Dalla bocca della donna schizza un fiotto di sangue che sporca tutto il pavimento del palco ed emette un rantolo liquido.
"STOP!" grida un uomo con i capelli biondi da dietro le quinte. Tiene un megafono in mano ci parla dentro. Le luci si accendono illuminando tutto il teatro. La telecamera montata su una gru si abbassa e l'operatore scende stiracchiandosi le braccia. Decine di persone agitate invadono il palcoscenico. Un'attempata donna con gli occhiali spessi si avvicina al lanciatore di coltelli e gli asciuga il sudore dalla fronte. Due ragazzi con il cappellino si calano con una corda dal soffitto del teatro.

Una signora in sovrappeso prende appunti su un block notes. Gli spettatori si alzano dalle sedie, si scambiano commenti, si avvicinano al distributore dell'acqua. Alcuni sbuffano. La ragazza in costume, ormai priva di vita, pende floscia dal coltello infilzato nella parete di legno. I piedi sono immersi in un lago di sangue.
"Mike!" urla l'uomo con il megafono. Il lanciatore di coltelli si volta, mentre la donna con gli occhiali gli sistema il trucco. "Cazzo, Mike, è la terza!"
"Scusami Tony, proprio non ci sto con la testa in questi giorni" si giustifica il lanciatore evitando lo sguardo del regista.
Tony si passa una mano nei capelli unti. "Non lo finiremo mai più questo dannato film. Meglio staccare per oggi." Avvicina il megafono alla bocca e si rivolge alle persone in sala. "Ok gente per oggi basta così. Appuntamento domani alle otto in punto. Rifacciamo la scena del lancio e continuiamo con il piano sequenza all'esterno. Jinny, Angela, per favore ripulite tutto quello schifo e preparate il set per domani. Dovè Gerry?" chiede il regista. "Gerry!"
"Eccomi" dice un ragazzo pieno di brufoli, mentre si avvicina al suo capo. "Dimmi, Tony"
"Ti ricordi quella tipa bionda con le tette grandi. Quella che al provino ci ha provato con me, come si chiamava?"
"Samantha qualcosa... Janger... Junger..."
"Junger, bravo. Proprio lei. Chiamala per favore. Dille che ha ottenuto la parte"

Andrea Costantini