Il mio papà è un 
    bravissimo artista, lui lavora in un museo di arte contemporanea, ma nel 
    tempo libero dipinge. Dipinge tele enormi. Lui dice che quando ritrae un 
    soggetto, una persona, l’anima della stessa resta viva nel quadro, crede che 
    con i quadri una persona non muoia mai in realtà. Papà mi dice sempre che 
    lui e la mia mamma lavorano sempre insieme quando dipinge, dice: - La 
    mamma mi aiuta a far diventare le persone eterne con delle buste, mentre io 
    le dipingo. A me piacciono i quadri di papà anche se mi fanno un po’ 
    paura. Non sono quadri normali, paesaggi, nature morte, ritratti... sono più 
    cupi, profondi, sinistri. Hanno un che di rarefatto e nero tutto avvolto in 
    un alone macabro. Ma comunque nel complesso, se guardati lontano, sono 
    belli, davvero bellissimi!
    Una volta la mamma e il papà hanno invitato a casa un loro amico con sua 
    moglie. Abbiamo cenato insieme, io non li conoscevo ma mi sono sembrati 
    subito simpatici. Papà poi mi ha detto che quel signore lavora insieme a lui 
    nel museo. Poi la mamma ha detto: - Bruno, Anna! Perché non vi fate fare 
    un ritratto al volo da Ivan, lo sapete no, è bravissimo!... allora 
    mentre si sollevarono risate di divertimento e il papà si sedette sullo 
    sgabello aldilà di una tela bianca, la mamma sorridente mi ha preso la mano 
    e mi ha mandato a letto dicendomi che poi non sarei più dovuta uscire. Mi ha 
    baciato e poi ha chiuso la porta con due mandate di chiave. Intanto sentivo 
    molte risate provenienti dall’altra camera, il mio papà stava sicuramente 
    facendo uno schizzo ai due signori, poi mentre stavo per addormentarmi, ho 
    sentito una serie di strani rumori, sembravano quelli di buste strofinate. 
    Lì il silenzio. Da quel giorno né mamma né papà hanno più nominato quegli 
    ospiti. Ma non è stata l’unica volta che sono venute persone a cenare con 
    noi e che poi non si sono più fatte vive. Però papà ha sempre detto che 
    continueranno a vivere nei suoi quadri, tutti i quadri che lui faceva alla 
    gente che ospitavamo. Ma questa sera il mio papà e la mia mamma hanno deciso 
    di svelarmi il grande segreto dei suoi quadri. Hanno detto che devo essere 
    orgogliosa di poterlo sapere, hanno parlato di “privilegio”.
Allora papà mi ha fatto sedere su uno sgabellino di legno davanti ad una sua enorme tela bianca. Mi ha detto di restare ferma, ogni cosa accada. Altrimenti non riesce a concentrarsi e il quadro verrà brutto. Mentre miscela i colori continua a dirmi che vuole rendermi immortale con questo suo nuovo quadro, per ricordarmi sempre, anche quando non ci sarò. Io resto ferma. Vedo sulle venature lucide del parquet l’ombra della mamma dietro di me; papà mi è di fronte, dipinge, poi violentemente vedo una busta nera avvolgermi da dietro la testa, mi stringe, urlo e mi dimeno; agito le gambe, le braccia mentre sento il sacchetto stringersi sempre più forte attorno al collo. Tra la cenerina pellicola di plastica non vedo nulla, solo nero, mentre il mio papà continua a dirmi quieto - Ferma amore, ferma... non riesco a concentrarmi. Non devi preoccuparti, continuerai a vivere nel nostro ricordo. Questo è il più bel quadro che abbia mai fatto! Sarai immortale con un quadro così!... sento le calde mani della mamma tirarmi i miei lunghi capelli lisci mentre continua a stringermi la busta contro il viso. Mi sento gli occhi gonfiarsi, quasi sul punto di esplodere, il viso paonazzo, il naso chiuso, l’esofago vuoto d’aria. Non resisto... chiudo gli occhi...