In famiglia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

La mamma sta chiacchierando con le sue amiche.
Finalmente posso usare il mio giocattolo segreto. Tolgo la scatola da sotto le magliette dell’armadio.
Per fortuna sono un bambino molto ordinato: quando la mamma stira, ripongo io le cose così lei non ha necessità di guardare. Prova molto orgoglio per questo, e lo ripete di continuo a tutti.
Mi dà fastidio, perché poi le donne vogliono prendermi in braccio e baciarmi dicendomi quanto sono bravo. La mamma è incinta. Non quella mia vera, quella che mi ha adottato. Ha detto che mi hanno messo davanti al portone di una chiesa. Fa di tutto per farmi credere che la mia vera mamma, poverina, forse non ha colpa, forse è stata costretta a farlo. Non sospetta quanto io conosca la verità.
Lei dice che mi ama, ma io so che amava molto di più la bambina che ha partorito dopo avermi adottato.
Però quella bambina è scomparsa. Misteriosamente. A due anni. In casa.
Ha tanto gridato la mamma. Ha tanto pianto. Anche di notte, non faceva che urlare Eleonoraaaaaaa...

Il mio vero papà mi aveva avvertito che sarebbe successo. – Poi le passerà - aveva detto, - e riproverà. -
Infatti ora è incinta. Tutte le sue amiche sono lì ad accarezzarle la pancia e a chiedermi se sono contento della nuova sorellina in arrivo. Non immaginano quanto.
La vita per noi è diventata difficile: i boschi non sono più attraversati da bambini con il cestino per la nonna, che si guardano intorno per la paura di incontrare il lupo. Studiosi, naturalisti, turisti. Sono sempre in troppi. Il nostro habitat è sconvolto. Abbiamo dovuto cambiare ambiente.
La mamma sta venendo qui, devo nascondere la mia scatola preziosa, riempita con gli ossicini spolpati della tenera Eleonora.
Fra qualche mese aumenterò la raccolta. E noi orchi ci salveremo dall’estinzione.

Liliana Pelloso