Il giorno più bello

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Sono trascorsi centocinquant’anni dalla grande epidemia. I “non-vivi-non-morti” sono ovunque, anche nei luoghi più inaccessibili sono riemersi dalle profondità della terra. Gli uomini sopravvissuti sono stati decimati ed ormai si rifiutano di contrastare l’oscura armata. Nella bieca rassegnazione vivono rinchiusi in luoghi fortificati e sanno che dovranno soccombere, per mano della natura o di chi un tempo era vivo ma che non è morto. Osservo dalla torretta d’avvistamento un’orda sconfinata che si muove sinuosa e ondeggiante. Incede lenta e inesorabile verso il mio rifugio. E so che è solo questione di tempo.
Poi, sul calar della sera l’inaspettato è emerso in me ed ho ragionato con una lucidità dimenticata. Questi esseri animati senz’anima sono i prescelti. Non vivono e non muoiono, non devono nutrirsi. Le loro spoglie non si corrompono più. Essi non soffrono. Mai aggrediscono un proprio simile ed anche gli animali feroci li fuggono assaliti dal panico. Loro non distruggono l’ambiente, poiché sono unicamente mossi da ataviche pulsioni di sangue e carne umana.

Mi chiedo cosa accadrà quando l’ultimo uomo sulla terra troverà la sua fine. Una nuova era per i non-vivi-non-morti, la rinascita del mondo in dimensioni fisiche e metafisiche differenti dal passato. Millenni di barbarie cesseranno improvvise e l’antico sole risplenderà di energia rinnovata.
Il tramonto di oggi è stato l’ultimo; il più bello che la mia memoria ricordi. In quegli istanti di respiro profondo tutto si è fatto chiaro, e ho deciso di concedermi all’eternità. Nel recinto ai piedi della torretta ne ho imprigionato uno. Domattina al sorgere del sole mi farò mordere e attenderò che la mia esistenza si trasformi. La mia anima seguirà la sorte delle altre, scomparirà oppure si trasformerà in qualcosa di diverso ed ugualmente eterno. L’ora è giunta affinché anch’io diventi parte del tutto. La nuova genesi mi attende impaziente.

Michele Rodaro