Un richiamo troppo forte

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

E' nell’aria, tutto attorno a me. E’ così delizioso.
Posso sentirne l’aroma anche a chilometri di distanza. Tre giorni di brama e sete, tutto per inseguire quel piccolo delinquente, incrociato per la prima volta nel bosco, in compagnia dei suoi amichetti.
Adesso però è tutto solo.
Posso sentirlo: una vena che pulsa ritmicamente e il suo piccolo cuoricino che tamburella troppo veloce per la paura. Si è accorto di essere pedinato e inizia a correre.
Il suo cuore sempre più frenetico. Il suo sangue sempre più eccitante.
Corre sempre più svelto, ma non sarà un problema: adoro giocare con le mie prede.
Mi sto avvicinando. La mia sete sempre più incontrollata e lui sempre più stanco.
Sta salendo una debole nebbiolina, rendendo tutto più avvincente in questa notte nera.
Il mio corpo è scosso da un’ondata di adrenalina, se penso al suo sangue caldo e alla sua morbida carne tra i denti.

Devo averlo. Il suono martellante della sua vena affaticata risuona nelle mie orecchie come un forte richiamo sessuale.
Il ragazzino cade a terra, inciampando sui propri piedi. Che stupida creatura.
Mi avvicino e lo guardo dall’alto. Trema come una foglia e il suo profumo è così buono che istintivamente mi passo la lingua fra le labbra, come per assaggiarlo. Quando lo sollevo da terra strepita e si agita.
Gli prendo la testa e lo tengo fermo. Mi immergo con tutto me stesso su quel corpo e con i denti stacco un boccone dal suo fragile collo, provocando una zampillante fontanella di sangue tutto attorno a me.
Era più attraente da preda che da vittima, nonostante i suoi soli nove anni.

Silvia Tessari