X

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Ci voleva anche questa... Roby era in macchina sotto un tifone furioso e guardava il suo cellulare che non dava più segni di vita. Di li a poco l’avrebbe raggiunto Lisa e sarebbero stati insieme, ma ora doveva fare questa dannata commissione per suo padre. Il piazzale semibuio era deserto a quell’ora tarda. Le gocce sul parabrezza illuminate dalla luce fredda di un lampione disegnavano continue lacrime grigie sul suo volto. Finalmente due fanali nello specchietto retrovisore. Eccola. Le aprì lo sportello, ella entrò fradicia. La baciò e le disse di aspettarlo nell’auto. Scomparve. Passò mezz’ora... poi un'ora. Nulla. Lisa cominciò a guardarsi intorno inquieta. D’improvviso ebbe l’impressione che qualcosa si aggirasse lì intorno. Non vide nulla. L’auto si piegò come sospinta da una grande forza e il pupazzo appeso allo specchietto dondolò fissandola con occhi vuoti. Ebbe un brivido lungo la schiena, sentiva il panico affiorare dal ventre quando nel fragore della pioggia udì un verso stridulo. Faceva gelare il sangue, aveva qualcosa di terribilmente familiare. All’improvviso realizzò... la voce era di Roby...

- Oddio! Cosa succede! Aiuto! - urlò per interminabili istanti. Prese il cellulare che però non dava alcun segnale. La disperazione inondava i suoi occhi. Accese il motore e girò nel piazzale finché individuò un vialetto coperto di edere. I fanali illuminarono una vecchia villa apparentemente disabitata. Ancora un grido! Si precipitò fuori urlando nella pioggia, alla luce dei fari spalancò una vecchia porta ma il grido le rimase gelato in gola... Roby era appeso mani e piedi con grosse corde alle pareti, il suo corpo disegnava una grande X sullo sfondo del muro. Nella penombra qualcosa schioccava e strisciava intorno. Lisa si accasciò a terra paralizzata. Due figure nere appollaiate su una trave nel buio la fissavano, le sorelle l’aspettavano da un po’. Spiccarono il balzo.

Mara De Pinto

Mi chiamo Mara De Pinto, ho 35 anni e abito a Giussano (MB). Mi sono trasferita da poco e ancora non ho preso confidenza con i nuovi muri! Ora faccio vetrate artistiche, ma ho sempre amato anche tutte le altre arti. Ho sempre amato scrivere, da piccola ho ricevuto anche un paio di premi! Ho scritto qualche poesia e sono anni che lavoro a dei racconti ancora incompiuti. Credo nel paranormale purchè non sia ridicolizzato e purchè sia affrontato anche con rigore scientifico... ma la mia fantasia non si dà certo dei paletti!