Befana in Barbagia

Ora è diventata solo una parodia commerciale, ma allora non lo era.
L’Epifania nel periodo antecedente al cristianesimo in Sardegna era una cosa molto seria. La befana era un giudice, che durante tutto l'anno controllava ciò che gli abitanti facevano. E il suo responso arrivava sempre fra il cinque e il sei gennaio.
Viveva in una casa arroccata in montagna, la casa più in alto di tutte, era vecchia, brutta, senza un’età identificabile. Da lì lei controllava i cinque o sei paesi sottostanti barbaricini.
Nonostante la sua età aveva una forza incredibile, durante la sua notte entrava nelle case, chi si era comportato bene aveva in dono cibi o vestiario, ma alle persone che si erano macchiate di tremendi reati toglieva loro la vita.
Questa notte Lucifero ha paura, è il III secolo A.C. lui vive con la famiglia in una casa umile, nella catena montuosa del Gennargentu, ha violentato una ragazzina di quattordici anni sei mesi prima e ha buttato il suo corpo in un dirupo nella parte più arroccata della montagna, ancora tutto il paese cerca la povera Ninetta. Ma nessuno ha saputo nulla, però lui teme, teme che qualcosa lei sappia, quella donna vecchia che vive in montagna, che non parla mai, ma è come una bilancia per quelle comunità e che tutti temono. Sono le tre, lui non riesce a dormire, quando un bastone picchia alla porta, Lucifero trema, non vuole aprire, si avvicina all'uscio con un forcone, appena e lì vicino la porta viene abbattuta... è lei... con una manata gli fa volare via l’arnese per il fieno, non parla pare molto arrabbiata...

Non lo uccide, ha qualcosa di peggio in serbo per lui...
Lo porta via con sè, tenendolo per il bavero, se solo osa muoversi gli scaglia addosso un colpo di mano, con quelle unghie lunghe e sporche. Camminano in montagna per un paio di chilometri. Lucifero ha capito dove vanno...
Lo cala nel dirupo con una corda che poi taglia, lo lascia lì proprio al fianco del corpo di Ninetta sfracellato da quel volo tremendo. Da lì alla fine dei suoi giorni gli scenderà ogni mattina un tozzo di pane e un pò d'acqua in una cesta, lasciandolo lì a meditare sul suo gesto.

Simone Sanna