Ragni

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2009 - edizione 8

Li vede ovunque.
I ragni.
I maledettissimi ragni.
Li ha trovati nel letto, stamani quando si è svegliato. Un ragno gli si è persino arrampicato lungo la schiena mentre faceva l’amore con sua moglie.
Uno era nella tazza del caffè.
Ci sono ragni nella sua macchina e nel suo ufficio. Quattro o cinque erano nascosti nell’insalata a pranzo.
Ragni, ragni dappertutto. Sempre, ogni giorno, ogni notte.
Ragni: li vede in continuazione, specialmente quelli che non ci sono. E sono questi ultimi che più lo spaventano. A volte si alza di scatto, smanacciando per liberarsi di bestie che non ci sono. La gente lo guarda e scuote la testa.
- È matto! - vociferano i maligni.
Ma lui non è pazzo. I ragni non ci saranno, ma le loro punture sono micidiali.
Ragni: grossi e pelosi, per lo più neri. Alcuni hanno sedici zampe e quando mordono, sente il veleno, denso e corrosivo, farsi strada nelle vene, lacerando tessuti indifesi che urlano sofferenza.

Anche adesso, mentre è in bagno li vede scorrazzare nel soffitto, che si calano appesi a invisibili filamenti di morte. Ragni che si arrampicano dallo scarico del rubinetto, dalla tazza del cesso, come palombari assassini venuti per prendere la sua vita.
Chiude gli occhi.
Conta fino a dieci, come gli ha suggerito il dottore.
Apre gli occhi.
Non c’è niente. Il bagno è pulito e sicuro.
Si spoglia e, sentendosi stanco, s’infila sotto la doccia.
Apre l’acqua.
Un getto ispido e lattiginoso di ragni bui lo inzuppa da capo a piedi.
È inondato di ragni.
Si consola sapendo che non possono essere veri: sono bestie innaturali con ventiquattro zampe e sonore mandibole fosforescenti.
Chiude gli occhi.
Respira.
Conta lentamente fino a dieci.
Riapre gli occhi: ragni dovunque, in tutta la casa.
Mordono e fremono in cerca del suo corpo.

Stefano Milighetti