Imago mortis

Racconto per il concorso "Horror T-Shirt", 2009 - edizione 5

Freddo. Il tavolo dell’autopsia era freddo. Non sapevo come... Sapevo finalmente di esser salva, di essere scampata. Vedevo il trapano arrovellarsi su stesso. Mi perforava i polmoni. Vedevo il sangue uscirne. Sentivo il dolore. Ma ero salva. Finchè non alzai gli occhi... mentre li cavavano via per metterli nel lavello, le pupille mi trasmisero l’ultima immagine. Nel mio ventre trapiantavano un uncino freddo e sporco.

Era la mano che gli avevo tagliato. Ero comunque salva. Poi l’ago nella pupilla. Perché? Solo allora mi resi conto del canino acuminato che trapassava l’iride poggiata sul freddo metallo.

Valentina Vellucci