I trafugatori di salme

Silenzio e buio assoluti, come solo in una profonda grotta, o all'interno di una tomba, si possono trovare. Entrambi furono improvvisamente rotti da una vibrazione che, inizialmente subsonica, crebbe d'intensità fino a diventare un fischio acuto e continuo. Lo spazio-tempo si lacerò emettendo una soffusa luce blu. Poi, l'oscurità e il silenzio tornarono.
Uno dopo l'altro, si accesero due piccoli fasci di luce bianchissima, che iniziarono a scandagliare l'ambiente circostante.
“È questo il posto?” Disse Nuko.
“Credo di sì... fammi controllare ancora una volta.” rispose Laro, mentre un piccolo ologramma verde si materializzava davanti al suo occhio destro. Minuscole cifre vi scorrevano veloci, prendendo posizione su strane figure geometriche.
“Sì. È il posto giusto.”
“Bene, allora muoviamoci. Ho sentito dire in giro che questo è speciale, ce lo pagheranno bene.”
“Lo spero proprio.” disse Nuko. “ Solo il viaggio nel multiverso ci è costato una fortuna!”
Procedendo con agilità, si arrampicarono fino a raggiungere una lastra di pietra, sulla quale stava disteso un gigantesco essere avvolto in un lenzuolo.
Laro si toccò una tempia e un minuscolo disco blu si attivò sul suo cristallino; quindi eseguì una scansione di quel corpo enorme, iniziando dalla testa.
“È privo di vita, vero?” Chiese Nuko

“Sì, da circa tre rotazioni di questo pianeta.” Rispose Laro, spegnendo lo scanner.
“Allora liberiamolo da questo tessuto e portiamolo fuori di qui, altrimenti non possiamo trasferirlo nel multiverso.”
Le loro piccole mani, fornite di due lunghe dita sottili, si muovevano alacremente, svolgendo il lenzuolo con estrema perizia. Erano i migliori nel loro campo.
“Guarda!” esclamò Nuko. “L'immagine del cadavere è stata riprodotta sulla stoffa!”
“Sì, lo so. È l'effetto del mio nuovo scanner a onde Psi. Ora però muoviti, piazza il traslatore sul morto, io intanto smorzo la gravità locale e sposto la roccia che blocca l'ingresso”.
“Faccio in un attimo.” Disse Nuko, tirando fuori da una tasca un piccolo cubo nero che, una volta attivato, poggiò sul petto del cadavere; quest'ultimo cominciò a levitare e a dirigersi verso l'uscita, appena liberata da Laro. Una volta fuori, rischiarati dalla debole luce lunare, videro due giganti ricoperti da piastre metalliche e mantelli rossi che arretravano terrorizzati, dandosi alla fuga una frazione di secondo dopo; passi per le due piccole scimmie che li fissavano, ma il morto che veniva fuori sospeso a mezz'aria era decisamente troppo.
“Sarebbe meglio muoversi.” disse Laro. “Magari potrebbero tornare e rovinarci il lavoro.”
“Sono d'accordo. Giusto il tempo di piazzare questo ologramma informativo all'ingresso della tomba. Saremo pure ladri di cadaveri alieni, ma non per questo disonesti.”
Poco dopo si smaterializzarono, lasciandosi dietro un lampo di luce blu, seguito dal risucchio dell'aria che riempiva il vuoto.

 

Le prime luci dell'alba cominciavano a tingere di rosa l'orizzonte, quando tre figure, avvolte in lunghe vesti nere, arrivarono sul posto. Si fermarono, sgomente, a guardare la tomba aperta e la colossale roccia spostata di lato. Con un leggerissimo blip, l'ologramma si attivò.

Danilo Concas