Presepe bianco, presepe nero

Oh, finalmente siete arrivati! E’ da tanto che aspetto... No, volevo soltanto prendervi un po’ in giro, ero già qua giusto il tempo per una sigaretta. E poi qua a Pianorosso il tempo scorre più lentamente del vostro, laggiù in città!
Ma venite, non vedo l’ora di mostrarvi quello per il quale vi siete recati quassù, tra gli splendidi monti delle Valli di Lanzo. Ecco, incamminandoci tra le “vie vecchie” giungeremo alla cappella in pochi minuti. Perché vie vecchie? Diamine, sono le strade più antiche di Pianorosso! Noi montanari siamo un po’ più tradizionalisti di voi cittadini, non abbiniamo strade a personaggi famosi così viene tutto più naturale. A noi piace così!
Siamo arrivati, non è caratteristica la nostra chiesa? Fu eretta due secoli orsono e siamo riusciti a non depredarla in tutti questi anni. Ecco ci siamo, dietro questo portone è allestito il famoso presepe di Pianorosso e al contrario di quello che si dice non viene mai smantellato perché richiederebbe troppo lavoro, è così come lo vedete da cinquant’anni. Notevole non è vero? Simboleggia il nostro orgoglio paesano, da mostrare a tutti i fedeli che scelgono di salire fin da noi per poterlo ammirare. Poggia su di un piano di pino lungo diciassette metri e largo oltre nove, e viene ricoperto da muschi, licheni e rocce, nonché terriccio e ghiaia raccolti dai nostri splendidi boschi. Come dici ragazzo? Sì, hai ragione, il muschio viene raccolto ogni settimana perché altrimenti marcirebbe. Ma le statuine sono le originali dalla prima volta che è stato creato e rappresentano tutti gli abitanti di Pianorosso. Ovviamente tutti quelli in vita! Ne rimangono ancora una ventina su centotrenta paesani in tutto. Se ci sono anche io? Ma certo! Guardate, mi trovate vicino alla falegnameria, seduto su una seggiola mentre intaglio la sagoma di un gatto in un ceppo di faggio.

Secondo voi ci assomiglio? Lo sapevo! Tutti le persone rappresentate sono maledettamente somiglianti agli originali, e se portate con voi delle vostre foto sarei ben lieto di consegnarle al nostro maestro che vi inserirà per il prossimo Natale. Vi farò posizionare accanto al porticciolo, oppure seduti alla locanda come fedeli visitatori nella notte della nascita del Messia. Certo, durante l’anno verrete eliminati, ogni anno scegliamo i visitatori più meritevoli per accompagnare i primi respiri affannati di nostro Signore. Fotografie? No, sono spiacente ma non sono ammesse, è fondamentale recarsi qua da noi per poter ammirare la meraviglia che avete davanti a voi. E’ come una regola, l’unica che abbiamo del resto... Ma la volete sapere una storia? Si narra che l’ideatore di questo famoso presepe ne creò un altro molto più grande, all’insaputa di tutti. Lavorava di notte, lontano da occhi cristiani indiscreti, nella sua cantina. Una rappresentazione non divina, diciamo blasfema. L’anticamera dell’inferno, si dice. E le statuine erano identiche, sempre fedeli alla fisionomia di chi imitavano, ma dannate. Nel senso che chi veniva inserito in questa diabolica rappresentazione sarebbe morto entro il Natale. E sempre secondo la leggenda era il diavolo in persona, nella notte della Santa Vigilia, a suggerire al dirimpettaio dei due presepi le statuine da inserire nella cantina, e le loro anime sarebbero finite dritte all’inferno. Ovviamente quelle di paesani un po’ troppo irrequieti...
Inquietante, non è vero? Ma sono solo brutte storie, favolette che danno una mano a noi vecchi ad incuriosire i visitatori! E mi pare che con voi abbia funzionato... Venite, vi accompagno fuori, qua in cappella fa sempre un freddo del diavolo. Ah, quasi dimenticavo, all’uscita troverete una cassetta per le offerte da destinare a noi curatori del presepe. Offerta libera si intende. Non amo questa parte, mi sento una sorta di aguzzino che tenta di spillar soldi agli onesti turisti che ci onorano con la loro visita ma, mi tocca! Arrivederci e che Dio vi benedica!

 

Al diavolo. Questa botola cigola sempre di più. Ecco... quanto è bello! E con tutto quel muschio marcio! Vediamo, le nuove foto per ora le appendo insieme a quelle dei visitatori della scorsa settimana, sarai tu a decidere mio signore la loro sorte... la statuina di Cesco è quasi terminata. Non vedo l’ora di appoggiarla proprio sotto la crocifissione del Messia. Così impara quell’ingrato a farmi pagare la legna dopo tutti i favori che gli ho fatto.
La tua parola è verità mio signore.

Marco Cattarulla