Superstars Soccer Team

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

- Alan, tocca a te. Muoviti, perdio! -
- Eccomi mister -
Alan entrò nello spogliatoio dirigendosi con passo rapido verso la parte opposta della stanza. Era lì che facevano l’iniezione. Osservò senza fiatare i compagni che si erano già sottoposti al trattamento, seduti sulla panchina e in attesa della mutazione. Il mister lo guardava impaziente, la siringa pronta tra le dita. Si sedette sullo sgabello, raggomitolò la manica della casacca fino sopra il gomito e strinse il pugno. La vena che gli correva lungo il braccio si gonfiò immediatamente.
- Farà male, mister? -
- Nè più nè meno quello che hanno sentito gli altri - rispose corrucciato l’allenatore.
- Ma è sicuro che sia l’unico modo? Siamo i più forti della galassia, è quattro anni che non perdiamo una partita. -
- Ragazzo mio, hai una minima idea di che cosa affrontiamo oggi? -
Il ragazzo abbassò lo sguardo e rimase in silenzio. Lo sapeva.

Il mister gli afferrò il braccio e procedette con l’iniezione. L’effetto aveva inizio immediato e Alan aveva il tempo necessario per andarsi a sedere a fianco dei compagni. Alcuni di loro erano già all’ultima fase. Joan, il portiere, stava crescendo a vista d’occhio e già sfiorava il soffitto con la testa. Gli porsero i guanti, larghi almeno cinquanta centimetri, e lo accompagnarono fuori.
Alan si infilò gli scarpini. La sua vista andava migliorando esponenzialmente, poteva percepire il battito cardiaco dei compagni, le loro paure e le loro potenzialità in zona gol. Conosceva tutto di loro e a breve sarebbe riuscito a leggere nell’immediato futuro. Ogni azione di gioco non avrebbe avuto più segreti per lui. Doveva guidarli.
Rabbrividì.
Fuori, sul campo da calcio, li attendevano gli alieni. Erano mostruosamente potenti, veloci e abili. Però gli umani ce l’avrebbero messa tutta pur di vincere e salvare la Terra.

Marco Cattarulla