A casa

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Un vento improvviso sradicò la tenda che i due ragazzi avevano piantato dopo la lunga pedalata attraverso paesini sconosciuti inerpicati sulle colline.
Era la loro passione, la bicicletta.
La partenza, al mattino, non aveva destato preoccupazioni, e le previsioni del tempo erano ottime.
Invece, subito dopo il tramonto, il cielo assunse una strana colorazione giallo-violacea, mai vista.
- E’ meglio fermarci subito, prima che inizi a piovere - aveva detto Valentina. E ora il vento aveva portato via la tenda, di colpo.
- Cerchiamo aiuto, torniamo indietro, ti prego, pochi chilometri più in là c’era un paese - supplicò Valentina.
Ma Matteo l’afferrò per il polso, stringendola forte, e la costrinse a camminare in avanti.
Inutilmente Valentina cercava di fargli capire che non sapevano cosa avrebbero trovato avanzando, mentre sapevano benissimo cosa c’era più indietro.
Matteo la trascinava sempre più forte, facendole male, mentre i primi goccioloni cadevano colpendole il viso.
- So dove andare - disse con una voce profonda che Valentina non conosceva.

Camminava deciso come se vedesse perfettamente, mentre la ragazza incespicava continuamente, accecata dal vento, dall’ignoto, dall’acqua, e, soprattutto, dal terrore che provava a stare con il suo ragazzo così cambiato all’improvviso, come il tempo.
Finalmente intravide una luce soffusa; pensò di essere salva: forse era un paese, sarebbe scappata da quella stretta feroce, oppure, sperava, Matteo avrebbe ripreso a comportarsi come il solito.
Le luci si avvicinavano, ma erano sempre fioche, molto fioche...
Un muro alto, un pesante cancello di ferro... Un cimitero!
Sentì una puzza da togliere il fiato e senza respirare si voltò a guardare Matteo: era un ammasso di pelle flaccida e verdastra, su cui si muovevano lentamente vermi enormi.
Uno Zombi! Il suo ragazzo era uno Zombi!
Prima di sentire che stava soffocando, lo sentì dire: - Ora sono a casa, e tu verrai con me. -

Liliana Pelloso