La befana

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Fino a due notti fa non credevo esistesse davvero.
Avevo bevuto caffè di nascosto, certo che mi avrebbe tenuto sveglio.
Alle quattro di mattina ero con gli occhi spalancati e vidi una sagoma attraversare silenziosa il corridoio. Non poteva essere che lei.
Mi alzai di scatto e in un attimo coprii la distanza dalla camera alla cucina.
Me la trovai davanti, nel buio, avvolta da un odore nauseabondo.
La vidi muoversi verso di me e d'impulso accesi la luce.
Era la cosa più vecchia e spaventosa che avessi mai visto.
Mi scappò un urlo e il suo volto deturpato si impaurì. Iniziò a biascicare parole senza senso e si pose l'indice scarnificato sulla bocca come a dirmi di fare silenzio.
Ero terrorizzato e indietreggiai.
Lei alzò il tono della voce e prese a zoppicare velocemente verso di me mentre una bava schiumosa le colava dalla bocca sulla mano.
Mi fu a un passo.
Senza pensarci le mollai un calcio in pieno stomaco. Cadde a terra sibilando come un insetto appena schiacciato.

Urlai: “Mamma! Mamma!”
La vecchia si alzò tenendosi una mano sulla pancia. Vomitava sangue scuro e faticò a raccogliere i suoi stracci e un borsone logoro da terra.
Mentre Sentivo i passi di mia madre sul corridoio il mostro si voltò a guardarmi. Aveva gli occhi rossi e pieni di lacrime.
“Ba...mbino... Catt...i...vo”.
E scomparve.
Quando mia madre arrivò non c'era più nulla, nè la vecchia né le macchie di sangue e saliva sul pavimento.
A mia madre non dissi niente e mi feci riaccompagnare a letto.
Lei crede che abbia fatto un brutto sogno, ma io so.
So che non riceverò più regali il giorno della befana.

Simone Delos