Ultor

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Prendetelo! Non lasciate che fugga!
Ultor è seduto davanti al monitor. Ritrae lo sguardo. Chiude gli occhi. È stanco, vorrebbe riposarsi qualche minuto, ma deve terminare il lavoro.
È un mostro! Deve essere fermato a ogni costo!
La mente ritorna al tempo in cui era costretto a cacciare per mangiare, a rischiare la vita in cerca di esseri umani e non può fare a meno di sorridere.
Ora è diverso.
Ora è più facile.
Ora può agire indisturbato. Esseri come lui non esistono nel regno della ragione. Confinati nelle leggende popolari, sono stati dimenticati, classificati come immaginari.
Lui però è vivo e la fiamma del nome che si è scelto secoli prima continua ad alimentarsi giorno dopo giorno.
Lascia in pace noi, povere pecore del Signore!

Per ironia della sorte, il progresso che avrebbe dovuto proteggerli si è rivelato la sua carta vincente. Ora sono gli umani che vengono a trovarlo a casa sua, passano giornate intere a visitare le pagine del suo sito, a lasciare messaggi nel forum, ignari di essere vittime di un incantesimo, di perdere energia vitale ogni secondo trascorso a leggere quelle righe.
Vade retro figlio del demonio! Torna nelle tenebre da cui sei uscito.
Il concorso letterario horror è stata una grande trovata: l'aver solo pubblicato i racconti ha moltiplicato in modo esponenziale le visite.
Sono nate molte discussioni riguardo per i commenti, i litigi, i consigli elargiti. Parlano di orrore, di mostri immaginari e abbagliati dalla razionalità non si rendono conto di essere finiti nella rete di un mostro reale, di essere parte stessa dell'incubo.
Percepisce l'ansia che li divora, l'attesa di conoscere il vincitore.
Figlio mio scappa! Salvati!
Riapre gli occhi.
Termina di visionare i punteggi.
Preme INVIO.
I risultati sono online.
Aspetta.
Ha molta fame!

Nanny Ranz