Arrivano

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Riuscì a parcheggiare la sua vecchia Ford nera nel box dopo alcune manovre. Centinaia di mostri, tra zombie, mummie, diavoli e demoni si erano radunati nella lunga notte di Halloween a Villa Peak, per alcuni maledetta, per altri semplicemente abbandonata. A Jack sembrava di essersi destato da un incubo solo quando aveva infilato le chiavi nel quadrante per far partire il motore e tornare a casa. Jack quasi inciampò nel suo lungo mantello, noleggiato appositamente per quella sera, assieme al cilindro e al vestito nero. Ritrovato l’equilibrio si raddrizzò il diadema appuntato al colletto e nel farlo si passò la lingua sui canini, resi ancora più appuntiti e lunghi dopo una precisa operazione odontoiatrica. I suoi occhi rossi cercarono la porta che portava all’uscita dai box, che si sviluppavano per un lungo e largo passaggio, disposti uno accanto all’altro due piani sotto il livello stradale. Un rumore sordo fermò i suoi passi. Si voltò. Niente.

Altri due passi e questa volta il rumore risuonò come un pugno contro una parete di metallo. Qualcosa si infranse. Si voltò e dalla saracinesca di uno dei box stava spuntando una mano che cercava di afferrare la maniglia di apertura. Jack rimase immobile. I tremendi colpi contro le saracinesche si moltiplicarono e una ad una le pareti di metallo venivano sfondate dalle mani che cercavano le maniglie con gesti nervosi nell’aria. Jack si rese conto che quelle mani erano prive della pelle: erano mani in putrefazione. Liquidi e secrezioni colavano dai palmi delle mani, molte delle quali erano prive di dita; da alcune braccia pendevano i tendini insanguinati e si intravedevano le ossa ingiallite delle braccia in decomposizione. Una voce nella testa di Jack urlò: Stanno arrivando, sono qui per te! Le luci si spensero e Jack cominciò ad urlare.

Daniele Colombi