La
    trascinavano a strattoni lungo la strada polverosa. Il padre e i fratelli, le loro donne
    dagli occhi gonfi, erano una piccola folla di ghigni feroci e bestemmie strascicate tra i
    denti marci.
    Maria smarriva lo sguardo nerissimo nellennesimo sogno mentre si lasciava portare,
    ignara dogni male, il ventre teso sotto le vesti già troppo strette per i suoi
    dodici anni. Il paese intero, ai margini della via, seguiva quel corteo sibilando cattive
    sentenze.
    Il giovane prete saffacciò sulla soglia della chiesa, richiamato dal vociare
    rabbioso, carico di accuse, degli uomini, dalle urla stridule delle vecchie. Non ebbe il
    tempo di chiedersi che cosa stesse accadendo. La folla gli si scagliò contro, accanendosi
    su di lui con sassi e bastonate, in preda a un furore disumano.
    Maria spalancò gli occhi al vuoto, scorse visioni che già aveva conosciuto,
    lapocalisse mostruosa della sua mente.
Cadde il silenzio intorno, ma per un istante.
  Poi furono solo urla atroci e i corpi che prendevano fuoco dallinterno,
  contorcendosi in danze furiose e deliranti, per poi crollare al suolo in brandelli
  arroventati di carne, accartocciandosi come braci, mentre cenere tornava alla cenere.
  Restarono infine lei e il deserto. Il vento torrido passò sul suo viso una carezza
  paterna, diradò come fumo la visione estatica. Maria tornò in sé. La terra ancora
  scottava, attorno, ma lei non la sentiva sotto i passi scalzi.
  Si diresse verso la chiesa, entrò. Lodore dolciastro di fiori decomposti coprì
  quello della carne bruciata. Savvicinò alla signora della quale aveva il nome, un
  guizzo come di vita in fondo alladdome interruppe - un attimo - il silenzio che da
  sempre si portava dentro. Capì. Aggrappata alla madre delle madri, Maria posò la testa
  bruna di bambina su quel grembo di gesso. E piansero sangue, insieme.