Crocevia

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2008 - edizione 7

Galeazzo Da Pietrasecca, cavaliere di ventura, si accasciò esausto alle radici di un grande albero al centro di un crocevia. Era scampato Dio solo sapeva come al massacro della Guazzera dopo aver offerto i suoi servigi al Generale Goffredo da Langosco per liberare dall’assedio la Roccaforte di Angera, ma l’esercito era stato sopraffatto dalla cavalleria Teutonica.
Stava per fare buio, davanti a lui il cadavere scomposto di una giovane donna a cui aveva rubato l’innocenza e la vita, i piccoli seni nudi, gli occhi aperti e supplicanti. L’aveva vista qualche ora prima cogliere delle mele proprio da quell’albero e pazzo di desiderio e furore ne aveva abusato fino a strangolarla.
Era ferito, un colpo d’ascia ben assestato aveva trapassato l’armatura e la maglia di ferro provocando una lacerazione alla spalla destra, che per quanto superficiale temeva peggiorasse. Aveva mangiato le mele e voleva solo riposare per poi riprendere il cammino con il favore della notte.

Un vento gelido sospirò dal sentiero a sud. Come un ignoto lamento.
Fu lì che la vide, lo fronteggiava una figura ammantata di nero, il suo volto, di un funebre candore, emergeva dal crepuscolo.
“Chi sei?” Chiese il cavaliere. La figura parlò.
“Sono la tua colpa. Sono il dolore che hai provocato”.
Fu allora che il cadavere deturpato della fanciulla torse il collo guardando Galeazzo con disumani occhi di tenebra ed iniziò a trascinarsi verso il suo carnefice ormai paralizzato dall’orrore. Cinse l’uomo in un lento e inesorabile abbraccio mentre lacrime di sangue le colavano sul viso un tempo fresco e luminoso. Cento mani nere uscirono dalla terra per afferrarli entrambi e trascinarli in fondo.
Il cavaliere osservò la figura nera allontanarsi nel buio mentre incapace di liberarsi da quella stretta poteva già udire i mille sussurri dell’abisso sotto di lui.

Mauro Carlini

Sono appassionato di cinema e letteratura di genere, videogiochi, musica. Ho un bisogno viscerale di sentirmi raccontare storie, e da un pò ho iniziato a raccontarmele anche da solo.