Tommy

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Tommaso proseguì lungo il sentiero. Notte. L‘Oscurità con la O maiuscola. Il respiro come fumo di sigaretta. Da bambino era terrorizzato da Cappuccetto Rosso, ma non era nel bosco e non aveva più cinque anni.
Si rese subito conto che qualcosa non andava. L’Oscurità era tesa come una corda di violino. Tutto si fermò. Vento, foglie, animali. Un estraneo. Si fermò, annusò l’aria come un cane. Drizzò le orecchie. Rumori alla sua destra. Polvere da sparo. Iniziò a correre dalla parte opposta, inoltrandosi tra gli alberi. Alberi sempre più fitti. Nessun bosco, si ripeteva. La presenza dietro di lui correva velocemente, ma mai quanto lui. I suoi passi si fecero più felpati, quelli dell’inseguitore no. Paura. Guardò verso il cielo, seguendo la luna, unica luce finchè una nuvola la oscurò: un urlo. Tommaso si fermò, il dolore era troppo.

Urlava, sperando di avere il tempo necessario prima che l’uomo lo raggiungesse, ma già lo guardava negli occhi. Il fucile nelle mani risplendeva grazie a uno spicchio di luna riemerso nel cielo. Tommaso emise un mugolio disperato. Gli altri non erano molto distanti. Tempo. Si guardò le mani, le unghie. In un balzo era sull’uomo. Cadde il fucile. Tommaso lo atterrò, cercò di graffiarlo. Tentò di morderlo già che c’era. L’uomo si divincolava a quel primitivo attacco, cercava di prendere un pugnale nascosto. Ci riuscì, ferendo Tommaso nella bocca, facendolo ululare dal dolore, bagnandosi col sangue scuro che usciva copioso.
Altri saltarono addosso all’uomo. Un braccio frantumato. Una gamba staccata di netto. Il sangue colava lentamente sul terreno, nutrendo le piante. Rapidi gli attacchi. L’ultima fu la testa, Tommaso la staccò di netto con i denti, come una bambola, soffocando un urlo. Non che l’uomo avesse mai smesso di urlare.
E un ululato collettivo alla luna piena, tornata in cielo.

Tea Cristina Quaggiotto

Mi chiamo Tea Cristina Quaggiotto, una ragazza di Vicenza, quasi sempre a Padova, nata il 14 ottobre 1986. Al momento, dopo aver frequentato un istituto sperimentale tecnico/artistico ho deciso di proseguire gli studi verso il turismo, lavorando di tanto in tanto in edicola, mantenendo la passione del leggere (qualcuno sarebbe così maligno da dire che è un'ossessione), del disegnare e dello scrivere. Scrivo quando capita, quando la canzone che ascolto è quella "giusta", più per me stessa che per altri. Ovviamente ogni tanto qualche concorso lo tento. Tentar non nuoce è una delle mie frasi preferite. Leggo sempre, mi nutro di libri di qualsiasi genere. Concludo lasciando un po' in sospeso la mia personalità, dicendo che ho qualche ricordo di quando ero piccola e mia madre mi raccontava qualcosa: o erano favole o blandi racconti horror.