Real boogeyman

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

-Finitela subito!
L’urlo di suor Stefania echeggiò nella stanza come mai prima di allora. I bambini del collegio, tutti stesi nel letto, si zittirono. Il loro pianto struggente, i loro gemiti esasperanti svanirono nel nulla. Ora c’erano solo i loro sguardi feriti da quella donna, la direttrice del collegio, che per molto tempo aveva tiranneggiato su di loro.
-Non è giusto!... Non ci meritiamo questo!- replicò ad alta voce Gwendoyn.
Gwendolyn era una bambina bionda con occhi verdi e deliziose fossette rosse. Quella sera i bambini avevano fatto tardi ai vespri e per punizione erano stati mandati a letto senza cena. Ma invece di dormire avevano unito le loro proteste fino a scatenare la furia di suor Stefania.
-Ora ascoltatemi bene! Tutti!- replicò la donna -Se non vi addormentate subito vi manderò l’Uomo Nero, l’essere che divora i bambini cattivi come voi!
-Non saresti neanche in grado di mandarcelo! Tu non sai niente dell’Uomo Nero!
-Oh, e immagino che voi sappiate tutto di lui...- li schernì suor Stefania.
-Certo... non ne esiste solo uno... ne esistono tanti...
-Ma davvero?

-Gli adulti non possono chiamarli... solo i bambini possono...
Mentre ancora la bambina parlava, suor Stefania vide che le ombre dei bambini si stavano staccando dai loro piccoli proprietari. Lentamente ma inesorabilmente le piccole ombre circondarono la suora protendendo verso di lei le loro lunghe mani artigliate.
-E noi bambini usiamo gli uomini neri per difenderci dalle persone che ci maltrattano- concluse Gwendolyn.
I bambini contemplarono in silenzio la scena: le ombre avevano circondato la direttrice ed ora si stringevano attorno fino a ricoprirla. L’ultima cosa che la donna poté fare fu urlare. Quando di lei non rimase più niente le ombre si ritirarono e raggiunsero i loro piccoli proprietari.
-Buonanotte!- esclamò Gwendolyn sorridendo.
Poi i bambini si misero a dormire.

Domenico Diviccaro