
Le due
    streghe sedevano pazienti sulle sedie a dondolo, sotto la veranda. Marmocchi addobbati
    come pagliacci riempivano la strada, mendicavano di porta in porta in cerca di leccornie
    minacciando innocui scherzi a chi aveva la sfacciataggine di respingerli.
-Ridicoli- disse una.
-Ignobili- rispose laltra.
Due piccole fattucchiere vestite di nero e con lunghi cappelli appuntiti entrarono nel
    vialetto della casa stregata, avvicinandosi alle due donne.
-Dolcetto o scherzetto?-
Le streghe le fissarono annoiate, occhi neri e piccoli circondavano i loro nasi aguzzi e
    grinzosi. Una di loro frugò nella cesta accanto alla sedia a dondolo, ne estrasse una
    manciata di caramelle avvolte in carta rosa lucida e le consegnò ad una delle bambine.
    Mani dalle unghie affilate sfiorarono per un istante mani paffute e innocenti. Il cielo
    protestò, rombando in accecanti fulmini e saette. Si udirono strilli bambineschi dalla
    strada.
Le fanciulle si guardarono, impaurite, e fecero per voltarsi mentre la seconda strega già
    balbettava incantesimi antichi e maledetti. Si alzò un gelido vento dinverno che
    avvolse le due bambine in un vortice di luce azzurra. La prima strega, quella delle
    caramelle, schioccò le dita e le giovani fattucchiere si tramutarono in bamboline di
    marzapane e magicamente lievitarono fin dentro la cesta.
-Non avevamo detto biscotti di pastafrolla?-
  -Ma guarda come sono carine! E poi stavamo finendo i dolcetti di marzapane-
  Le sedie ripresero a dondolare e il cielo tornò fermo e stellato.
  -Atipica come giornata. Ai nostri tempi questo era giorno di festa, i marmocchi tutti a
  letto impauriti e noi sorelle a ballare attorno ai calderoni-
  -Già. Non ti ci sei ancora abituata?-
  I bambini mascherati continuavano i loro pellegrinaggi e le streghe attendevano pazienti
  sotto la veranda. La serata era ancora così lunga e avevano unintera cesta di
  dolcetti da riempire.