Rinascita

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

All’inizio avvertii una gradevole sensazione di calore e la consapevolezza di essermi svegliato da un incubo tremendo. Quando aprii gli occhi mi resi conto che l’incubo non era terminato perché non c’era mai stato. Le immagini nella mia testa erano dei ricordi crudi e assolutamente veri. Com’era terribile rivedere quella lama penetrare nella mia carne e quel viso, così familiare, scagliarsi come un cane rabbioso su di me. Ma quella notte di tempesta l’orrore era solo al principio. Quando riuscii a muovere di qualche centimetro la testa, i miei nuovi occhi si aprirono su uno scialbo laboratorio da chirurgo. Ero sul tavolo operatorio ma quello che vedevo non era il mio corpo. Le mani possenti e callose, i muscoli delle gambe torniti e vigorosi, il petto ampio e, mio Dio, tutte quelle cicatrici! Dov’era finita la mia anima? La risposta era soltanto una: la mia vita precedente era svanita nel nulla e, con la velocità di un battito d’ali, il mio cervello era finito in un nuovo involucro di carne assemblato dall’allievo più geniale e folle della facoltà di medicina. Eppure avrei dovuto intuirlo quando insisteva nel trovare una mente “superiore” per la sua creatura. Cercai di parlare, ma quella bocca estranea emise solo dei versi inarticolati. Dopo un paio d’ore, riuscii a muovere gli arti e scesi dal tavolo. Lì di fronte c’era uno specchio. Quale abominio vi trovai riflesso! Con la rabbia in corpo cercai la stanza del mio creatore, aggirandomi come un fantasma per il castello. Quando udii dei mugolii provenire dalla camera da letto non ebbi più dubbi. Spalancai la porta e, nella luce dorata delle lampade, vidi Lui e la mia assistente nudi sul letto. Con la bava alla bocca riuscii a dire: Ciao Victor, ecco tuo figlio! Poi ci furono solo urla di terrore.

Sergio Di Girolamo