Rubino rosso sangue

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Sto dormendo?
Sto dormendo!
Deve essere per forza così, questo deve essere necessariamente un incubo, se così non fosse allora sono morta.
Ho paura.
Un brivido freddo mi percorre la schiena, sento un rumore, una musica piuttosto: è il battito del cuore; è il mio cuore, rosso e caldo, deposto davanti al mio naso, qui sul cuscino niveo. Sento il calore che sprigiona e il forte odore di sangue, la mia testa è poggiata di lato sul guanciale ormai completamente imbevuto del caldo fluido. Una mano nera, mummificata, scheletrica e grinzosa, stringe il mio cuore come una spugna, all’anulare porta un anello d’oro, largo e lucido, con incastonato un rubino. Dalla pietra fluisce tutto il mio sangue, non riesco a muovermi, non riesco ad urlare, ho freddo, il mio corpo disteso è ghiacciato e non sento più le gambe. La paura mi fa tremare come una foglia, non riesco a fermare gli spasmi del mio corpo, mi mordo la lingua ed il prepotente sapore del sangue si impadronisce violentemente della mia bocca.

Sto per vomitare. Lacrime amare mi bagnano il viso e vanno ad unirsi, in un macabro rituale, al sangue che impregna il cuscino. Improvviso, un urlo acutissimo mi spacca i timpani, attraversa la mia testa come un fulmine e sento che sto per impazzire. Dal rubino un raggio di luce, rossa come il mio sangue, mi attraversa la pupilla dell’occhio destro; un fuoco improvviso ed intenso inizia ad espandersi dentro la mia testa e, mentre sto bruciando, tutto intorno a me è saturato da una macabra risata che dona al mio corpo l’ultimo brivido di vita. Domani tutto questo si ripeterà, come se non fosse mai accaduto, come si ripete ormai da sempre: ogni notte!

Filomena Uva

Nata a Potenza nel 1977, diplomata in ragioneria, lavoro nel campo dell'informatica e adoro leggere. Ho sempre avuto una passione per tutto ciò che è misterioso, soprannaturale e spaventoso. Mi piacciono molto sia la letteratura che la cinematografia horror, esoterica e fantastica purchè non banale e scontata.