Quando si dice che la felicità è una questione di percezione

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2007 - edizione 6

Una sensazione di freddo intenso investì Alex appena riprese coscienza. Aprì gli occhi e non vide nulla. Cercò di toccarsi il volto ma le mani scontrarono qualcosa di duro, non riuscì a percepirlo direttamente, aveva le braccia come addormentate. “Ma che cazzo... è stretto qui”, pensò. Non riusciva a percepire odori particolari, anzi, non sentiva proprio nulla. “Non ricordo di essermi drogato, ma deve essere successo qualcosa. E' come se fossi rinchiuso in una cassa da morto, cazzo! E oltretutto ho il corpo come narcotizzato”. Portò le mani all'altezza del volto e cominciò a spingere, “Questo è un incubo, DEVE essere un incubo!!”. Cominciò a colpire la parete freneticamente, sentì qualcosa fare un rumoroso CROCK e pregò che non fossero le sue stesse mani. Sfondò il legno che aveva davanti e una valanga di terra invase lo stretto spazio. Alex cominciò a dimenarsi per uscire, e in un qualche modo ci riuscì. Appena riuscì a rimettersi in piedi, barcollante, si accorse di trovarsi in un cimitero. Si esaminò, aveva addosso un vestito elegante ormai tutto sporco di terra e trafitto da grosse schegge di legno. “Maledizione, questa dovrebbe fare un male cane...”, pensò mentre si toglieva un pezzo di legno lungo dieci centimetri dal ventre, “... eppure non sento un accidente”. Sentì come un ansimare vicino a lui e incuriosito cominciò cercarne la fonte. Individuò due ragazzi travestiti da zombie che stavano pomiciando e li raggiunse traballando. L'odore del sangue che scorreva in quei due corpi, caldo e dolce, lo investì: “Questo lo sento! Lo sento!!” pensò emozionato. Le sue mani cominciarono a dilaniare carne, il sangue sgorgava a fiotti e Alex se ne riempiva le narici e le fauci, felice come non era mai stato.

Annalisa Bani

Mi chiamo Annalisa Bani, sono nata a Cesena (FC) il 29 gennaio del '79 di mattina presto; cosa molto strana, visto che adoro dormire fino a tardi. Sono cresciuta in campagna come una felice bambina dalla fantasia molto, *troppo* spiccata. Ho frequentato ragioneria, ho preso il diploma, e come ogni ragazzina che si rispetti ho dato un sacco di noie in casa. Ho provato il gettone "Ingegneria", ma dopo 6 anni ho rinunciato... con grande fragore della folla, che poverina era annoiata a morte. Ora faccio l'impiegata, almeno finché non trovo di meglio da fare, nel tempo libero mi prendo cura del mio puledro Tabe, e scrivo, è fantastico.