L'ultimo assaggio

Racconto per il concorso "Premio Scheletri", 2010 - edizione 2

Immerge il cucchiaino in argento spesso, nella glassatura nera. Se lo porta alla bocca lentamente e altrettanto lentamente ne assapora il contenuto. -E’ una ricetta di mia madre. Balbettò lei, intenta a spostare il suo piatto su un lato del tavolo in legno scuro. -E tu? Non ne mangi?. Lui è alto ed imponente, la pelle color del rame sembra brillare ai tenui raggi di un sole primaverile. Le imposte semi abbassate giocano con le ombre, arabescando il corpo scolpito di lui. Lei deglutì sonoramente, una volta, poi un'altra, cercando con lo sguardo implorante un fantomatico cartello che le indicasse quale risposta dare, quale strategia sarebbe stato meglio seguire; poi gli occhi grigio azzurri si posarono sul piatto in ceramica smaltata e li rimasero. La donna era ancora bella nonostante l'età, il suo sorriso aveva girato il mondo, i suoi occhi avevano generato ed infranto i sogni di generazioni di uomini, e adesso era lì, seduta su una grande poltrona in vimini, davanti ad una deliziosa torta sacker che non avrebbe mai mangiato. Si prese qualche secondo per riordinare le idee, un sorso di vino bianco. Era fresco e rinfrancante, lo lasciò scivolare tra le labbra come linfa vitale, permettendo alla lingua di nuotare nel corposo nettare prima di deglutire. -Non potrei avere una proroga, devo ancora sbrigare tante faccende, il film non è ancora finito. Il bellissimo gigante, si appoggiò lieve con entrambi i gomiti al tavolo, in un gesto elegante ed insieme confidenziale, mentre un sorriso appena accennato scoprì i suoi denti bianchi come perle.

-Hai avuto tutto il tempo di cui avevi bisogno, hai avuto il massimo del successo, orde di uomini impazzivano per te. Non c'è stata donna che non ti abbia invidiata, il tuo viso e la tua bravura sfideranno i secoli, nessuna mai sarà come te. Con due dita le sfiorò delicatamente il viso, raccogliendo una lacrima. Si portò le dita alla bocca permettendo alla lingua calda di lambire il salato nettare. -Tutto il mondo è stato ai tuoi piedi per quattro decadi, come avevi sempre desiderato e il tuo ultimo film, sarà ricordato per anni come il tuo più grande capolavoro! Sarai immortale agli occhi degli uomini. Con una smorfia del naso quasi impercettibile, la donna bionda ricacciò indietro la seconda lacrima, prima ancora che esca... lei è la diva, è la migliore. Con un gesto leggero si ravvivò i capelli, li portò dietro alle orecchie, poi con ritrovata dignità si erse in piedi. –Andiamo. Gli disse semplicemente, a questo punto con voce sicura. Lui sorrise, sembrava quasi dolce. -Finisci la tua torta, abbiamo tutto il tempo del mondo. Lei affonda il cucchiaino nella glassa densa poi se lo porta alla bocca. Effimero piacere. La cioccolata si sciolse lentamente sulla lingua e le inebriò il palato. Era la torta più buona che avesse mai assaggiato. L'uomo alto le porse la mano e mentre si avviavano verso la porta, lui le cinse le spalle in un gesto quasi gentile, con la sua lunga ed appuntita coda nera.

Polissena Cerolini