La seconda ombra

- Pronto?
- E se fosse la vita a sottrarci all’infinito?
- Prego?
- Hai capito benissimo.
- Forse avete sbagliato numero.
- E se fosse la vita... Andrea... a sottrarci all’infinito?
- Ma chi parla?
- Mi conosci.
- All’inferno!
Clic!

 

***

 

- ... con il risultato che non sono riuscito più a riprendere sonno.
- Non te la devi prendere Andrea, si tratta di persone che non hanno nulla di meglio da fare. Compongono un numero a caso, e...
- No, non credo. Quello mi conosceva. Mi ha pure chiamato per nome.
- Avrà preso il numero dall’elenco.
- Impossibile. Il contratto è ancora intestato a nome di Angela.
- A proposito di Angela, come vanno le cose?
- Sto cercando di farmene una ragione.
- Ma non è facile.
- No, non lo è. Mi manca maledettamente. Vedi Luca, se lei mi avesse... Voglio dire: fino al giorno prima le cose erano andate bene.
- Nessuna avvisaglia?
- Nessuna.
- Possibile?
- La sera prima avevamo fatto l’amore, e lei era così...
- Non proseguire, credo di aver capito. Ricorda una cosa: le donne sono un grande mistero e chi le capisce è bravo.
- Io non sono stato bravo.
- Non te la prendere, nessuno in fondo è bravo.

 

***

 

- Pronto?
- Quello che stavo cercando di dirti è che noi siamo particelle di luce...
- Oh, cazzo. Ma sono le tre di notte!
- ... intrappolate dentro questo involucro di carne e sangue.
- Ma si può sapere cosa vuoi da me?
- La missione che mi sono prefissato è quella di liberare il nostro spirito da questa immonda prigione.
- Stammi bene a sentire, stronzo, se non ci dai subito un taglio, io...
- Prendiamo Angela, per esempio...
- Come? Ripeti per favore, non ho capito.
- Ho detto: prendiamo Angela, per esempio. Ma sì, proprio lei. Tu credi di averci fatto sesso, ma ti inganni. Hai solo fatto sesso con il suo involucro. E la carne è così perfida, Andrea: invecchia... decade... Io ho perduto interesse per tutto ciò che ha un carattere transitorio. Ho imparato a non badare più alla carne. Riflettori mi si sono accesi su prospettive inaspettate. Da qualche tempo a questa parte il mio interesse è rivolto solo verso la vera essenza delle cose. La luce, Andrea. C’è solo la luce.
Clic!

 

***

 

- Secondo me ti stai lasciando suggestionare troppo.
- No, Luca. C’è qualcosa in questa faccenda che mi impedisce di prendere le distanze.
- Il fatto che abbia tirato in ballo Angela, immagino.
- Probabile, ma non solo.
- Temi che possa essere realmente pericoloso?
- Le sue non sono vere e proprie telefonate oscene. E’ come se alla base di tutto ci fosse una spiritualità sincera, anche se deviata.
- Un delirio lucido, vuoi dire? Strutturato e ben radicato.
- Ascolta Luca: riusciresti a disegnarmi il suo profilo psicologico?
- Un profilo psicologico in base ai pochi elementi che mi metti a disposizione? Assolutamente no. Vedi Andrea, nella realtà le cose non sono mai così semplici come appaiono nei libri. Certa... letteratura di genere ha il brutto vizio di semplificare un po’ troppo. Al contrario, gli esseri umani hanno la capacità, a volte, di isolare dentro compartimenti stagni certe loro esperienze psichiche. Ma a proposito: sbaglio oppure stai cercando di sfruttare le mie conoscenze professionali?
- Perché me lo chiedi?
- Temo che prima o poi sarò costretto a presentarti la parcella.
- Lo sai che sei lo strizzacervelli più maledettamente figlio di puttana che io conosca, Luca? Ed anche l’unico, per fortuna.
- Figlio di puttana, hai detto? Altrettanto a te, mio caro.
Clic!

 

***

 

- Povero Andrea. Per quanti tentativi fai, non ti riesce proprio di vedermi solo come un volgare assassino. Non sono quel genere di individuo, e tu lo sai. Io sono molto di più. Io sono colui che ridona la luce. E poi l’idea di lei che muore segretamente ti eccita. Vero che ti eccita, Andrea? A me lo puoi dire. Lei morta... Il suo sangue che scorre... In fondo è stata così ingiusta con te.

 

***

 

- Potresti richiedere i tabulati.
- Per scoprire che effettua le chiamate da cabine pubbliche? Forse Luca non hai compreso che quello sarà anche pazzo, ma non è scemo.
- Descrivimi la sua voce.
- Cosa vuoi sapere di preciso?
- Ti sembra che la camuffi?
- No.
- E, mentre parla, ansima?
- Tutt’altro. Adopera un tono maledettamente colloquiale.
- E quando lo ascolti, ti suscita ricordi? Trovi la sua voce in qualche modo familiare?
- Sì, questo sì. Non voglio dire che mi ricordi qualcuno, ma... c’è ugualmente qualcosa di come già sentito. Non saprei come spiegarti.

 

***

 

- Pronto?
- Carla...
- Sì?
- Sono Andrea.
- Andrea! Sapevo che prima o poi avresti chiamato.
- Lo sapevi o lo temevi?
- Lo temevo.
- Sai quello che voglio?
- Lo posso immaginare.
- Devi aiutarmi a mettermi in contatto con Angela.
- Sai che non posso dirti dov’è. Mi ha pregata di tenere la bocca chiusa. Con tutti, e con te in particolare modo. Sta passando il suo momento difficile anche lei, credimi...
- Carla, ascoltami, le devo parlare. Urgentemente. Non è per quello che tu pensi. Devo metterla in guardia.
- Da te?
- Carla! Non scherzare. Temo che Angela sia in pericolo. Ed io mi sento in dovere di metterla in guardia.
- Ma lo vuoi capire che lei non vuole sentirti.
- Capisco solo che tu non puoi valutare la gravità della situazione. Proverò a raccontarti tutto. Partirò dall’inizio...

 

***

 

- Pronto?
- Angela...
- ...
- Angela, non attaccare, ti prego.
- Chi ti ha dato il numero?
- Non ha importanza. Devo parlarti.
- Di cose che hanno bisogno di alcool per essere dette?
- Cosa vuoi dire?
- Sei ubriaco. Lo sento dalla tua voce.
- Non farci caso. La sai una cosa? Il bourbon migliora il mio umore. Da quando te ne sei andata ne ho fatto una buona scorta.
- Il bourbon migliorerà pure il tuo umore, ma ti ottenebra la mente. Prova a venire al dunque. Dimmi quello che mi devi dire, ma fai presto.
- Telefono per metterti in guardia.
- Da te?
- Non scherzare. Sto ricevendo strane telefonate. Di notte. Qualche mitomane, molto probabilmente. La cosa però mi preoccupa ugualmente. Il fatto è che in mezzo ai suoi discorsi deliranti mette anche te. Vorrei che se ti capitasse qualche cosa di strano me lo comunicassi tempestivamente. Qualsiasi cosa Angela. Hai conosciuto persone nuove ultimamente? Frequenti luoghi...
- Ascolta Andrea, a parte te, sto conducendo l’identica vita di prima. E non c’è nessun tipo strano che mi ronza intorno.
- Me lo assicuri?
- Te lo assicuro.
- Bene. Promettimi però che terrai gli occhi aperti, e qualunque cosa, anche piccola, insignificante, mi chiami.
- Va bene, te lo prometto. Ora però devo lasciarti. Ciao.
- Aspetta. Solo un’ultima cosa.
- Ti ascolto, ma fai presto.
- Volevo dirti...
- Dunque? Ho detto che ti ascolto.
- Ecco, volevo dirti solo questo: se tu un giorno ci ripensassi... e decidessi di tornare con me... ricorda sempre che io...
- Andrea, le cose che tu a volte dici...
- Le cose che a volte io dico? Continua Angela, non fermarti proprio adesso.
- Nulla, Andrea. Nulla. Ti lascio. Mi dispiace...
Clic!
- Per favore, Angela... per favore...

 

***

 

- Non esiste più niente, Andrea, la realtà sta svanendo come alito su un vetro. E le risate della gente sono come i rantoli dei morenti.
- Tu parli per enigmi amico. Vorrei tanto poterti aiutare, credimi.
- Stai bevendo Andrea?
- Moltissimo.
- E ti dà sollievo?
- Nessun sollievo.
- Bene Andrea, nessun sollievo. Io e te siamo simili. Forse ci somigliamo.
- Ci somigliamo noi due?
- Sì, Andrea. Perché anche tu la giudichi, vero? La giudichi senza riuscire ad assolverla. Dio, quanto è patetica...

 

***

 

- Sì?
- Come hai potuto dargli il mio numero?
- E va bene Angela, lo ammetto: sono stata imprudente. Ora però calmati. Mi aveva assicurato che la vostra storia non centrava niente, ed io gli ho creduto. Cosa dovevo fare? Mi sembrava così sincero...
- Prima di chiamarmi ha anche bevuto. E lo sai poi cosa ha avuto il coraggio di dirmi? Che il bourbon migliora il suo umore.
- Il suo umore è a terra, Angela. Me lo ha detto Luca. Ricorda che lo hai piantato di punto in bianco e senza una ragione.
- Come senza una ragione! Lui ultimamente era cambiato.
- A tutti capita di cambiare.
- Ma non in modo così... così...
- Ma lo vedi, Angela? Continui a ripetermi che era cambiato, ma non mi spieghi come.
- Non lo so neanche io. Continuava a essere quello di sempre, ma allo stesso tempo era anche qualcosa di diverso.

 

***

 

- Questa notte Andrea i miei pensieri sono immersi nel sangue. Ho rinviato il momento anche troppo a lungo. La mia missione deve essere compiuta. Sto uscendo. Per andarla a trovare.
Clic!

 

***

 

- Angela, non allarmarti, e soprattutto non riattaccare. Sono sobrio, quindi ascoltami. Lui sta venendo da te. Sei in pericolo perché quello è pazzo veramente. Dimmi dove abiti che ti raggiungo. Rimani barricata in casa e non aprire a nessuno. A nessuno, per l’amor di Dio.

 

***

 

- Pronto?
- Luca... per favore... aiutami...
- Angela! Dio santo, cosa ti è successo?
- Luca... vieni... per favore... credo di averlo ucciso...
- Ucciso?
- C’è tanto sangue, Luca. Sul pavimento... sulle mie mani... dappertutto...
- Vengo subito da te, ma è necessario prima che ti calmi e mi racconti cosa è successo.
- Credo di averlo ucciso, Luca. E’ venuto da me e si è messo a dire cose strane. Parlava di luce... diceva che mi avrebbe liberata... Una colluttazione furiosa, e io... io avevo delle forbici in mano... ho colpito... una... due... tante volte... Perché ora tutto questo sangue sulle mie mani? E non va via, Luca. Lui è morto e c’è tutto questo sangue sulle mie mani che non va via...
- Il peggio è passato, Angela. Ora fai quello che ti dico. Accertati che lui sia morto veramente, ma non toccare nulla. Se hai paura accendi tutte le luci ed esci sul pianerottolo. Io sono subito da te. Avviso anche Andrea...
- Andrea? Perché dici “avviso anche Andrea”? Ma allora non capisci? E’ lui che stava da me. E’ lui che ho ucciso...

 

***

 

- Pronto?
- Luca? Sono Carla...
- Carla! Stavo per chiamarti. Come sta Angela?
- Continua a dormire. Il medico la tiene costantemente sotto sedativi.
- Si riprenderà. E’ una ragazza piena di risorse.
- Tu Luca hai novità?
- Ho appena parlato con il commissario. Hanno controllato i tabulati. Sai cosa è emerso? Quelle telefonate Andrea le riceveva veramente.
- Come è possibile?
- Se le faceva lui stesso. Si chiamava dal proprio cellulare. Una cosa pazzesca, assurda. In tanti anni di pratica psichiatrica non mi era mai capitato un caso così allucinante. Una personalità perfettamente scissa in due. Lo sai come li chiamiamo nel nostro gergo quelli come lui? Gli uomini dalle due ombre.
- Per cui l’altra notte mentre correva da Angela...
- Erano in due. Il carnefice e il salvatore. Uno correva per ucciderla, l’altro per salvarla. Tutti e due racchiusi dentro lo stesso corpo. O “involucro” per adoperare le sue parole. Solo in presenza della ragazza la parte malvagia ha preso definitivamente il sopravvento.
- Dovremmo sentirci in colpa nei confronti di Angela. Non gli abbiamo dato credito. Pur senza capirlo lei aveva intuito tutto.
- Sono d’accordo con te. Angela aveva intravisto le seconda ombra. E noi? Dio come siamo stati stupidi!

Gino Spaziani