Il capo del piano di sotto

Mi hanno cacciato via perché sono bello. Non c’è altra spiegazione. Brutta bestia, l’invidia. O forse l’hanno fatto perché avevano paura. O forse perché ero davvero troppo potente. Chi lo sa. So solo che sono finito quaggiù coi miei compagni di sventura. In fondo, non è che mi dispiaccia più di tanto. Certo, era meglio fare il Capo di Sopra, ma farlo adesso è ugualmente gratificante. Sono potente, è questo che importa, no?

 

Più ci ripenso, più ci torno sopra, e più mi convinco che a fare la spia sia stato Gabriele. In fondo, avevo chiesto una mano anche a lui. E’ sempre stato invidioso della mia bellezza. Per il fatto che il mio viso emanava quella luce speciale che lui non aveva, credo. Certo, lui dovrà fare quella... come posso dire... “commissione” per il Capo, però non aveva i rapporti che il Capo aveva con me. E poi con quei sui riccioli biondi... faceva un po’ ridere, diciamolo.

 

Ho molto tempo per pensare, ultimamente. Stavo pensando a Pietro. Forse è stato lui. Parlava molto col Capo, erano molto amici. Ogni tanto li vedevo ridere e scherzare assieme. Voci di corridoio mi dissero che il Capo gli voleva affidare l’ingresso principale. Mi sembrò un’idea talmente stupida, che decisi che forse era ora di cambiare. Ma, come potete vedere, non andò proprio come avevo sperato.

 

Un giorno decisi che dovevo fare qualcosa. Mi sentivo più potente del Capo, se non più importante. E forse lo ero veramente. Fatto sta che cerco qualcuno che mi dia una mano, quando mi si avvicinano una decina di miei sottoposti che mi guardano con aria di sfida. Lì per lì mi sono spaventato. Pensavo fossero venuti ad arrestarmi. Invece mi proposero quello che io volevo dire a loro. Mi feci subito trasportare dall’entusiasmo perché non pensavo che ci potesse essere qualcuno scontento del Capo quanto me. E invece ce n’era eccome.

Poco prima del fatidico giorno, venni a sapere da un mio collega festante che il Capo voleva un figlio. Rimasi allibito. Un figlio per il Capo? E come accidenti è possibile? Queste domande mi frullavano nella testa, anche perché non c’era una spiegazione logica alla cosa. Poi il collega mi spiegò della “commissione” che il Capo aveva affidato a Gabriele. Mi sentì tradito, non posso negarlo. Aveva scelto il biondino al posto mio, quando io gli ero stato fedele e vicino per tutto quel tempo. Un punto in favore della spedizione che mi attendeva.

 

Ed ora mi trovo qui, al cosiddetto “Piano di Sotto”. Non è poi male come lo descrivevano in dirigenza. Certo, i miei compagni di sconfitta si sono un po’ imbruttiti a causa dello stress, ma credo sia normale. Anch’io non sono più bello come una volta. Gli anni passano per tutti, che diamine. Comunque sto lavorando alacremente per la vendetta. So che cosa fanno di Sopra, e questo gioca a mio favore. E’ una specie di “spionaggio industriale”, come si usa dire oggi. Quello che sto creando diventerà l’Impero più potente e più forte del mondo. Mi rimpiangeranno, di Sopra. Ve lo GIURO. Quanto è vero che mi chiamo Lucifero.

Stefano Porta