Sposi

17 Luglio
È già il quinto sacerdote che uccidono in questo mese, cazzo. E noi che facciamo? Niente. Non abbiamo alcuna prova, nessun testimone. Niente di niente. La stampa ci dà addosso, latrando come un cane idrofobo: “La polizia brancola nel buio. La polizia che fa?” Il Vaticano ci tormenta facendo continuamente pressione. I più pensano a un invasato di qualche setta che si diverte ad andare in giro ammazzando preti. Secondo il mio parere d’ispettore, nella polizia, sezione criminale, da circa trent’anni, si tratta di ben altro. Di qualcun altro. O di qualcosa d’altro.
Questa sera, con il mio collega, sono di servizio alla chiesa dell’Assunzione. In borghese. Per vegliare sull’incolumità di don Raphael. In questo preciso momento, in altre chiese, altri poliziotti stanno sorvegliando altrettanti ministri di dio. Nel tentativo disperato di interrompere questa catena di brutali esecuzioni. Non c’è molta gente, e più mi guardo attorno, più mi convinco che siamo nel posto sbagliato. Fino all’omelia, quando il sacerdote improvvisamente impallidisce leggendo gli appunti del sermone. Che succede? Nonostante tenti di restare calmo, non riesce a respingere l’orrore che si è impossessato del suo corpo e si sta liquefacendo nella sua mente. Comincia ugualmente a predicare, ma si vede che è turbato e ha paura. All’offertorio il calice gli sfugge dalle mani, rotolando a terra. Dentro non c’è vino, ma sangue. Don Raphael indietreggia, barcollando. Forse ha un malore. Si china sull’altare, ma la mano manca la presa. Rovina a terra e batte violentemente la testa. La scatola cranica cede facilmente, a causa dell’età. Si rompe con un unico, acceso schiocco. Io e il mio collega ci alziamo di scatto e corriamo verso di lui. All’improvviso tutte le luci si spengono.

Le fiammelle azzurrognole delle candele svaniscono, spazzate via da un gelido alito di morte. La gente urla. C’è confusione e panico. Cerchiamo il corpo, tastando il pavimento alla cieca. Non c’è. Ho un conato di vomito. L’aria puzza di putrefazione e terra umida. È irrespirabile. Mi porto una mano alla bocca. Non resisto. Devo uscire. Mi alzo e indietreggio, ma la mia fuga s’interrompe su qualcosa di duro. All’apparenza sembra un corpo. L’accendino mi viene utile. Disteso a terra c’è il mio collega. E’ancora caldo, ma il suo cuore ha già cessato di battere. Un rivolo di sangue gli si è fermato sulla bocca.. È spaventoso. Orribile. Sembra invecchiato di cinquant’anni. Ha il viso raggrinzito come una mummia. Sembra che qualcuno glielo abbia “succhiato”, privandolo del suo contenuto e lasciando solo l’involucro flaccido che lo custodiva. Accanto a lui don Raphael, nudo. Una linea orizzontale gli attraversa il petto, collegando fra loro gli addominali. A prima vista sembra fatta con una lama. Ma si direbbe più una bruciatura penetrata in profondità nella pelle. Un’altra, identica ma verticale, gli arriva fino all’ombelico. È una croce, che gli è stata marchiata a fuoco nella carne. Gli occhi gli sono stati strappati. Al loro posto, nelle orbite cave, lampeggiano due piccole pietre nere. Vomito. Sebbene lo shock subito renda il mio corpo pesante come una montagna, mi muovo e cerco l’uscita. Mentre i miei passi risuonano al rallentatore sotto le navate buie, una risata squarcia improvvisamente il silenzio della chiesa ormai deserta. Qualcuno mi chiama. Vorrei non voltarmi, e correre fuori, verso la salvezza, ma devo. L’ambone risplende trionfante della luce di mille candele. Il fumo ondeggia nell’aria, come un velo sospinto dalla brezza. Sulla croce di legno a fianco dell’altare siede una figura avvolta in un mantello nero. Il volto nascosto dal cappuccio. Le gambe penzolanti avanti e indietro, ritmicamente, come un pupazzo di legno sincronizzato. È la morte. Famelica morte, che tutto divora. Mi paralizzo. Con una voce suadente da sirena mi chiama per nome. Mi parla. Tento di resisterle. Di non ascoltare. Ma è impossibile. La sua voce melliflua mi scivola nelle orecchie come olio e va direttamente al cervello, scendendo giù, fino all’anima.
- Non temere. Per questa sera sono sazia.
- Allora che vuoi?
- Non agitarti, tesoro. Sono qui per darti una splendida notizia. Verrò a prenderti domani. Ci sposiamo. Ma non temere. Sarà una cosa rapida e indolore.

 

18 Luglio
“Una morte dai contorni misteriosi. Questa mattina, davanti all’altare della chiesa di S. Paul, è stato trovato il cadavere di P.S, ispettore di polizia. Non sono ancora note le cause del decesso, né i motivi del perché fosse là. Probabile un attacco di cuore. Gli inquirenti hanno trovato sulle labbra una traccia di rossetto dall’insolito colore nero e attorno a un dito della mano destra il segno di una bruciatura. Non sappiamo altro. Speriamo di dare notizie più sicure nelle prossime edizioni”.

Pierluigi Scaroni