Amavo mia moglie

Un colpo, un colpo, ancora un colpo, il sangue schizza contro il muro; butto giù la scure, è finita finalmente l'ho uccisa.
Amavo mia moglie.
E' lì a terra coperta di sangue, a piccoli passi m'allontano.
Sento un rumore mi giro è ancora lei, ha un braccio che penzola, la faccia sfigurata...
Mio Dio l'ho ammazzata non può' essere ancora viva.
E' uno zombi cerco di scappare, inciampo, lei è sempre più vicina, aiuto, aiutatemi; mi raggiunge è su di me mi abbraccia tiro un po' il fiato.
Poi mi morde la guancia, un dolore atroce mi penetra dentro, mi stacca la carne e continua sul collo, sono sfinito mi lascio cadere, ormai so che non c'è più nulla da fare.

Penso di aver perduto i sensi.
Riapro gli occhi, sono distrutto, mi guardo intorno sono nel vecchio cimitero del paese, sul selciato sporco di sangue.
Ma posso muovermi mi alzo in piedi, sento che mi cadono giù i brandelli di carne squarciata dal viso, dal collo e dal petto.
Ho fame, tanta fame.
No, no non può essere no, sono uno zombi, ho il desiderio irrefrenabile di carne umana, mi nascondo dietro la siepe.
Sì proprio quella siepe uguale a quella della tua casa, sono li in agguato aspetto le mie vittime.
No, non voltarti, no, no attento sei tu il prossimo...

Patrizia Vecchio