Prova d'amore

<<Ti amo Rossella>>.
Te l'avrei dovuto dire ogni giorno.
Sei bellissima e lo sei sempre stata. Sei sempre stata l'unica nel mio cuore, fin dal primo giorno che ci siamo conosciuti. Eravamo entrambi due bambini al primo giorno delle elementari, ricordi? Avevo paura. Non mi ero mai allontanato da mia madre e temevo che se avessi accettato di entrare in quell'edificio, non l'avrei più rivista. Mi attaccai alla sua gamba e non ne volevo sapere di staccarmi. Inoltre piangevo a squarciagola ed attiravo l'attenzione di tutti. L'unica che si avvicinò fosti tu. Avevi i capelli biondi, lisci e sciolti, che contrastavano con il bel nero corvino dei tuoi occhi; il grembiule rosa che indossavi ti donava una purezza che non vidi in nessun'altra bambina.
<<Perché piangi? Non sei contento di andare a scuola con me?>>. Furono le prime parole che mi rivolgesti e non le ho mai dimenticate. Ricordo che per l'emozione, smisi subito di piangere, il cuore cominciò a battermi più velocemente e, completamente rosso per la vergogna, cercai protezione dietro le gambe di mia madre, senza riuscire a pronunciare una sola parola. Da allora diventammo amici, anche se col tempo capii che il mio sentimento per te era molto più forte ed intenso.
Ti amo.
Te l'avrei dovuto dire, ma ogni volta mi mancava il coraggio. Non sono mai stato un cuor di leone, questo lo sai bene e nonostante tutto, mi sei sempre stata vicina, infondendomi coraggio e fiducia. Fosti la prima a complimentarsi con me, quando alle medie vinsi il concorso di scienze. Subito dopo la premiazione, ti avvicinasti, mi baciasti sulle labbra, sussurrandomi dolcemente nell'orecchio <<Sono orgogliosa di te>>. Quello fu il mio primo bacio e per me è rimasto l'unico bacio degno da ricordare. Avrei dovuto dirtelo allora, ma non ne ebbi il coraggio. Avevo paura di confrontarmi con i vari ragazzi che ti corteggiavano, non mi sentivo alla loro altezza, ero convinto di essere inferiore e non riponevo fiducia in te. Non hai idea di quante volte mi sono odiato per questo.

Ti amo.
Non ho avuto la forza di dirtelo neanche tre anni fa, quando sono partito per l'estero. Avevo vinto una borsa di studio in Danimarca e questo voleva dire che avrei dovuto studiare in quel paese per un periodo di due anni. Chiesi espressamente a tutti di non venirmi a salutare all'aeroporto, perché avevo paura di scoppiare in lacrime e di non avere più la forza di partire. Nessuno venne, tranne te. <<Non potevo lasciarti partire senza dirti che sono fiera di te>>, e mi abbracciasti di nuovo. Il calore di quell'attimo è stato senza dubbio la gioia più grande della mia vita. Non ebbi il coraggio neanche quella volta, ma sull'aereo promisi a me stesso che al mio ritorno mi sarei dichiarato, che avrei avuto la forza per darti la prova d'amore. Qualunque situazione avrei trovato al mio ritorno, te l'avrei detto.
Oggi, dopo tre anni, eccomi qui di fronte a te. La tua bellezza supera ogni mia aspettativa e ricordo. Le gambe mi tremano. I tuoi occhi mi guardano ed in essi ho paura di perdermi. Una mano si poggia sulla mia spalla.
<<Se non te la senti, posso farlo io. Non ti devi vergognare. So quanto era importante per te>>, mi dice mio padre.
<<No! Devo essere io a farlo. Le devo almeno questo!>>.
Ancora tremante mi avvicino alla tua bara. Nella mano destra stringo un paletto di frassino e nella sinistra un martello. Purtroppo sono giunto troppo tardi. Un maledetto vampiro sta trasformando questa città, la città in cui avrei voluto passare il resto della mia vita con te. Mi avvicino alla tua bara. Mi chino su di te e ti bacio. Il tuo corpo è freddo, ma il contatto con le tue labbra, mi dona lo stesso calore che provai quando ci baciammo, le stesse nitide sensazioni. Ora quel calore è dentro di me e sembra donarmi la forza per l'impresa che devo compiere. Non ho ancora trovato il bastardo che ti ha portato via da me, ma lo troverò e gliela farò pagare.
Il tuo viso ora non è più inespressivo come prima. Vi sono dipinti serenità ed innocenza, come quando eri bambina. Sembra quasi che tu sappia che sarò io a darti la pace eterna che quel vampiro ha cercato di negarti e che questo ti renda felice. Pongo il paletto all'altezza del tuo cuore ed alzo il martello.
È buffo. Sono stato un vigliacco per tutta la vita ed ora che trovo il coraggio di dirtelo, sarò costretto a separarmi per sempre da te. Ma non mi importa.
Questa adesso è l'unica vera prova d'amore che posso darti.
<<Ti amo Rossella>>. Il suono delle mie parole giunge chiaramente alle mie orecchie, mentre ti fisso dritto negli occhi.
Mi dedichi il tuo ultimo sorriso.
Vibro il colpo.

Nanny Ranz