Fuga

Non conosco la forza che mi ha permesso di giungere fino a questo punto, ignoro come le mie membra possano aver sopportato la fatica e le tossine che colmano i muscoli del mio corpo.
Ho la gola disidratata e le labbra rinsecchite, ma il sudore continua costantemente a fuoriuscirmi dai pori e gli indumenti che indosso sono incollati come una seconda pelle. Continuo a correre come un ossesso da parecchie ore e le poche persone che ho incrocio mi osservavano come se fossi un predestinato, urlandomi addosso frasi sconnesse. O forse sono io che non percepisco appieno la loro voce, odo soltanto il battito impazzito del mio cuore che rimbalza nei timpani. Probabilmente mi vogliono aiutare, ma non ho tempo. Sento i calpestii dei miei inseguitori, saranno a poche decine di metri da me ma non oso voltarmi, perderei attimi preziosi.
Respiri vitali.
Il sangue continua a colarmi lungo la gamba fino ad impregnarmi il calzino e il mio ritmo cardiaco frenetico di certo non aiuta l’emorragia a placarsi.

Mi duole la caviglia destra, ma dopo quella distorsione che mi sono procurato in quella buca come posso biasimarla! Pulsa ritmicamente ad ogni passo che compio, come le lancette di un orologio che cadenza il sonno. Davanti a me la strada corre veloce senza una fine, sta diventando buio e non so fino a quando reggerò. Supero una vettura parcheggiata sul bordo della strada e mi sfugge della saliva dalla bocca, inciampo in un sasso e per poco non crollo a terra, sfinito. Riesco tuttavia a riprendere la corsa... ancora una curva, ti prego... ecco! Davanti a me il mio popolo, la mia famiglia. Tutti che mi aspettano.
Il traguardo... ho vinto!

Marco Cattarulla