I sogni di Zoe

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Ancora lenzuola impregnate di urina, sudore, lacrime, capelli strappati. Ha soltanto cinque anni. La prima volta l’ho rassicurata dicendole che era solo un brutto sogno e che se fosse tornata subito a dormire l’avrei portata alle giostre.
Ora l’ascolto con più attenzione. Ieri ha sognato di tenere per mano un bimbo sdraiato su un letto in una stanza tutta bianca, voleva portarlo a giocare, ma il papà lo stringeva a sé piangendo e non lo lasciava.
Stanotte ha sognato di staccare la testa a una barbie e di darle tanti baci, nuovamente diceva di aver visto le sue mani sporche di pennarello rosso.
Al telegiornale hanno parlato di un uomo che per gelosia ha ucciso la moglie e l’ha decapitata per conservarne la testa. Il sogno di Zoe corrisponde perfettamente a questo fatto. Ma allora mia figlia prevede il futuro?

Un esperto di metapsichica mi dice che non è preveggenza: in questi casi la visione nasce per poter cambiare il destino, invece Zoe sogna queste cose mentre accadono, è come se sognandole le facesse avverare. Mia figlia sarebbe la causa, inconsapevole, di tutte queste morti? E’ la sola spiegazione che trovo mentre vedo Zoe soffrire così? Ora ha gli incubi anche da sveglia e quello che sogna si avvera puntualmente. E’ davvero lei a provocare tutta questa sofferenza a sé e all’umanità? Ancora un fatto di cronaca nera al telegiornale. Devo fare qualcosa, per lei, per tutti, devo farlo. Arrivo piccola, ci pensa mamma a guarirti.

 

“Si conclude il giallo dell’uccisione del piccolo Samuele. La madre ha fornito una nuova versione dei fatti che la rendono imputabile di omicidio volontario. Tuttavia riferisce di non voler comunicare agli inquirenti il movente ritenendolo non comprensibile razionalmente. Sembra quindi sia stato un raptus di follia a stroncare la vita di un bimbo innocente”.

Anna Marrucco

Nell'agosto del 1981 in quel di Milano piombò sulla Terra Anna Marrucco. Ma quello non fu che l'inizio: prima a quattro zampe e poi a due, la nostra ha girovagato per l'Italia fino a fermarsi a Roma, complice un'ormai ottenuta laurea a "La Sapienza". Mentre è indaffarata nella ricerca di un lavoro degno di questo nome, non disdegna di scrivere qualche filastrocca, racconto e company.