Centro commerciale by Romero

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Pochi minuti prima che l’elicottero atterrasse sul tetto del centro commerciale Robert si svegliava, una crosta di saliva aggrappata all’angolo della bocca e il classico dolore alla tempia post sbornia che lo avrebbe accompagnato per tutta la giornata.
Giaceva supino e flaccido sui teli d’imballaggio nella zona di scarico merci del supermercato: li trovava un rifugio perfetto per i suoi sonnellini e le sue bevute.
Fuori ,sopra di lui, il rombo di motori ed eliche lo accompagnavano mentre tentava di rialzarsi.
Era il week end lavorativo e come sempre il suo principale lo lasciava solo come un cane quando incombeva l’inventario mensile.
“Maledetti burocrati comunisti...”. Per Robert tutti i direttori di reparto erano burocrati comunisti.
Pensò di dar una golata alla bottiglia quando i rumori iniziarono. La serranda metallica a pochi metri da lui sobbalzava con tonfi ferrosi, colpita ritmicamente dall’esterno. Vi si avvicinò imprecando.
“Un attimo diavolo, sto arrivando!” pigiando il bottone rosso d’apertura automatica della serranda.

Nel frattempo tre uomini e una donna scendevano dall’elicottero. Non avrebbero conosciuto Robert. Almeno non da vivo.
La serranda per lo scarico merci dei camion si alzò cigolando, mentre l’ammasso di zombie lì fuori si accalcava per entrare.
Ne poteva vedere le gambe, alcune mutilate, e un odore di terra e morte gli fece vomitare gli ultimi rimasugli di alcool e succhi gastrici.
Non fece in tempo a scorgere il sole che lo assalirono. Uno zombi gli azzannò la mano destra strappandone tre dita, mentre altri lo urtarono facendogli perdere l’equilibrio; cadde pesantemente sulle natiche fratturandosi il bacino. Il dolore travolgente fu condito da decine di morsi, le membra che si sfilacciavano tra i denti di quei dannati.
Robert urlò.
Dentro il centro commerciale i quattro fuggiaschi non lo sentirono, stavano discutendo sul da farsi. Sarebbero stati giorni movimentati.

Marco Cattarulla