La strega della filanda

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Non ero riuscita a tenere a freno la mia curiosità e l’avevo seguita al calar della notte. In paese si mormorava che la vecchia che abitava in fondo al vicolo della filanda fosse una strega, ma io non ci credevo.
Alla sera, la vedevo sempre seduta su una vecchia sedia di legno verde, fuori dalla porta di casa. Ci passava almeno un’ora, là fuori, a spazzolarsi i lunghi capelli tendenti al grigio che scioglieva solo dopo il tramonto. Un giorno, un uomo del paese passando di lì e vedendola pettinarsi, le chiese se si stesse preparando per qualche festa del rione e lei rispose: “Vado al Pian delle civette”.
Era stato da quel giorno che la vecchia era stata creduta una strega, perché il Pian delle civette era noto per essere luogo dove si svolgevano sabba e incontri tra streghe.

Così quella sera la seguii e dovetti credere a tutto quello che si mormorava in paese. Nel mezzo di tre grandi alberi di noce, intorno a un fuoco, si erano radunate delle persone, i cui volti erano rischiarati di tanto in tanto dalle fiamme per rivelare dei terribili volti di streghe.
Ballavano tutte in cerchio e urlavano. Sui loro visi si potevano scorgere cavità sdentate deformate da mostruosi ghigni sinistri, occhi fuori dalle orbite per l’ebbrezza dovuta al bere. Le streghe si passavano tra mani raggrinzite dalle lunghe dita nodose calici colmi di vino rosso ed enormi fette di zucca che addentavano furiose. Pietrificata dietro un grande tronco, il terrore mi aveva immobilizzato, ma trovai la forza di scappare. Il tempo di distogliere lo sguardo da quel indegno spettacolo, mi sentii afferrare il polso da una mano ruvida. Avevo di fronte una maschera di orrore. Due occhi iniettati di sangue mi fissavano nell’oscurità e un fetore insopportabile mi avvolse all’improvviso.

Gaia Cortese

Mi chiamo Gaia e sono una giornalista praticante in una rivista di moda per bambini. Sono appassionata dallo scrivere un po’ di tutto. In redazione mi dedico agli articoli, nelle pause caffè al mio Blog e a casa mi diletto in racconti, favole e fiabe.