Autogrill

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Il giorno in cui sono morto non era giorno ma piena notte.
Dovevo andare in bagno così mi fermai in un autogrill. C’era un uomo dentro, vicino ai liquori, puzzava terribilmente, un misto di caffè, aglio e qualcos’altro. La sua puzza mi nauseava, e mi allontanai immediatamente verso il bagno. Feci tutto molto in fretta per poter risalire al più presto in auto. Uscii di nuovo nel bar. Non c’era nessuno, né dietro il bancone né vicino agli alcolici. Cominciai a guardarmi attorno inquieto.
Poi lo avvertii. Fu il suo odore ad arrivarmi per primo, il tanfo di decomposizione che non avevo riconosciuto quand’ero entrato. Mi mossi velocemente ma lui riuscì ad afferrarmi. Chiusi gli occhi, istintivamente, sapendo che se l’avessi visto davvero sarei impazzito. Allungai le mani e queste affondarono nella spugna bagnata che era il suo viso, un liquido vischioso mi scivolò fino ai polsi e urlai. Provai a scappare ma i piedi scivolarono sul pavimento bagnato.

Caddi avanti sbattendo il naso, e quando aprì gli occhi per rialzarmi vidi il ragazzo con la divisa gialla dell’autogrill che mi guardava disteso sul pavimento. Un occhio azzurro gli penzolava sulla guancia e in bocca aveva il proprio orecchio. Urlai. E urlai ancora.
La cosa dietro gorgogliò qualcosa, forse una risata umida, poi mi prese per i capelli e mi girò il collo con un movimento improvviso. Pensavo mi avrebbe ucciso, invece si limitò a sistemarmi nella posizione migliore.
Sentì i suoi denti che si richiudevano appena sotto l’orecchio e urlai di dolore mentre mi strappava la carne viva dal viso. Cercai di divincolarmi, ma senza risultato.
Morii dopo qualche minuto ma non potei rendermene conto, la mia mente era altrove, fuori uso sin dal quando una goccia calda di pus cadde dal suo occhio nella mia gola.

Elisa Pessa

Sono stata segnalata a diversi concorsi letterari e ne ho vinto uno mai, però, a tematica horror.