Liberi di morire

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

Il buio stava inondando la strada quando i quattro giunsero all’ultima tappa della traversata: solo un fitto bosco a separarli dalla libertà.
«Ragazzi, in fretta! Quelle bestie ci sono alle calcagna!»
«Accidenti, non c’è un’altra strada? Sai cosa accade laggiù!»
«Poche chiacchiere, Jill. Corri!»
I quattro ragazzi si lanciarono disperatamente dentro il bosco, mentre i sequestratori si facevano sempre più vicini. Nelle loro menti vivida l’immagine di quelle facce animalesche e persistente una domanda: perché avevano scelto loro come cavie per gli esperimenti?
Un passo. Due passi.
Nessuno osava aprire la bocca: solo il rumore delle foglie sotto i piedi e il fruscio del vento.
Tre, quattro passi.
Un sospiro: non era il vento.
Cinque sei sette passi.
Un grido agghiacciante.

Kim afferrò Jill per una mano e prese a correre come un ossesso. Dietro di loro Sam e Tom li seguivano, maledicendo il giorno in cui avevano accettato di partecipare alla ricerca.
Ancora dei sospiri struggenti vibravano nell’aria e un tanfo di morte saliva dal terreno.
«Kim, hai sentito?» «Cosa?»
Il terreno sotto di loro prese a tremare.
«Questo! Che diavolo succede?»
Sam cadde a terra. Provò a rialzarsi ma qualcosa gli bloccava una gamba. Si voltò di scatto e vide una mano scheletrica, sbucata da sottoterra, ben stretta alla sua caviglia.
La terra prese ad esplodere davanti ai loro occhi e degli scheletri emersero dalla profondità. Ormai erano circondati proprio da quegli esseri mostruosi che loro stessi avevano contribuito a creare. Uno di loro si gettò su Sam e gli schiacciò il cranio.
Ormai era finita: si erano solo illusi di poter abbandonare quel giro infernale e tornare liberi. Jill si lasciò cadere a terra: come aveva potuto trasformare quelle povere vittime in creature così diaboliche? Chiuse gli occhi e attese la morte.

Valentina Pettirossi

Valentina Pettirossi, 19 anni, diplomata al Liceo Classico e ora studentessa alla facoltà di Economia e Legislazione d’Impresa. Scrivere è una passione che porto con me sin dall’infanzia e ultimamente mi dedico in particolar modo al mondo del fantasy. La speranza più grande è quella che un giorno qualcuno pubblichi un mio libro.