Passione e furia (nel petto di una belva)

Racconto per il concorso "300 Parole Per Un Incubo", 2006 - edizione 5

La luna piena è sul suo trono invisibile, imponente, a comandare la notte; ormai il tramonto livido e freddo è passato. Negli antri di un bosco scuro, sotto l'altissima volta del cielo e il folto degli alberi neri di ombre Mia cammina a passo veloce e ogni tanto si gira, allunga il passo, sul collo l'alito di quelle oscurità. I timpani le esplodono, il volto le va in fiamme, i polmoni soffocano, il cuore è stremato. ”Tum, Tum, Tum". Imperterrito e veloce. Sempre più in fretta "Tum"; intenso, un suono continuo di un cuore in fuga. Dei rumori. Una scossa le scorre lungo la spina dorsale. Inizia a correre.
I miei bagliori dorati fissi su di lei tanto che i miei sensi sentono il profumo della sua pelle, il calore delle sue carni e il ritmo del pulsante suo terrorizzato. L'ombra della paura afferra con artigli taglienti la testa di Mia. Urla strazianti le divorano la bocca, le labbra lasciano a nudo i denti, la terra vibra come un palpito selvaggio nel petto di una belva. Un attimo di terrore intenso, nulla più si muove, e mi avvento contro di lei che cade nella vertigine degli arti protesi a straziarla, con passione e furia, di morsi immondi.

Urla e si dimena, piange e poi muore. Nella morsa delle mie mandibole bacia la morte, poi i miei denti affilati ormai lordi di sangue, lasciano cadere l'innocente fragilità delle membra infantili mentre le sue carni spoglie smarriscono il colore. Un brivido scivola trai muscoli e mi morde. Il morso, il suono delle sue carni che si laceravano, il suo stesso sangue che le accarezzava l'inerme vita scivolavano via da questi spazi infiniti. Così tutto ebbe fine in quel delirio di sfrenate risa commiste a foschi pianti. Poi, il giorno salì illuminando tutto.

Federica Sarno

Sono nata il 23 luglio del 1989. Frequento il liceo classico Mario Pagano di Campobasso. Mi piace "vivere numerose vite" leggendo libri e scrivendo racconti e/o poesie.